Genny ‘a Carogna, Gennaro De Tommaso è stato tra i protagonisti dell’ultima finale di Coppa Italia, che il Napoli ha vinto per 3-1 contro la Fiorentina. Nel prepartita il capo ultra partenopeo si è seduto sulla cancellata della Curva Nord dello stadio Olimpico, esibendo la maglietta nera con scritta gialla ‘SPEZIALE LIBERO’. Il riferimento è ad Antonino Speziale, tifoso del Catania condannato in via definitiva dopo i fatti del 2 febbraio 2007; quel giorno colpì a morte con un corpo contundente l’Ispettore capo della Polizia Filippo Raciti, dopo il derby siciliano tra i rossazzurri e il Palermo. La t-shirt è stato un gesto di solidarietà tra ultras e ha attirato qualche critica. Al riguardo De Tommaso ha dichiarato: “L’unica cosa importante di questa storia ormai è diventata la maglietta che io e gli altri tifosi indossiamo. ‘Speziale libero’ c’è scritto. Ma attenti: la maglietta è in onore di una città dove abbiamo tanti amici e nei confronti di un ragazzo che sta chiedendo attraverso i suoi legali la revisione del processo. È una richiesta di giustizia, non un’offesa contro una persona deceduta o contro i suoi familiari”.



E’ diventato famoso in tutta Italia sabato sera, suo malgrado; Gennaro De Tommaso è l’ultras del Napoli che più volte è stato inquadrato a cavalcioni delle recinzioni allo stadio Olimpico di Roma, nei concitati momenti che hanno preceduto il calcio d’inizio della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli. Lo abbiamo visto parlare con Marek Hamsik, poi con la Digos; l’impressione che si è avuta, con quel pollice levato, è che Genny a’ carogna, così come è conosciuto nella curva B dei tifosi partenopei, abbia direttamente dato l’assenso a giocare. Suscitando indignazione: com’è possibile che siano gli ultras a decidere? “Noi non abbiamo deciso niente” dice adesso Gennaro, che racconta la sua versione dei fatti. “Ho letto solo sciocchezze: Hamsik è venuto da noi per rassicurarci delle condizioni del nostro amico, per dirci che poteva farcela”. Riferimento a Ciro Esposito, il trentenne di Secondigliano colpito da una pallottola nella sparatoria nei pressi di Tor di Quinto. Anche De Tommaso era là: “Una cosa inaudita, non è mai successo una cosa così: gli spari contro i tifosi, sono fatti gravissimi. Ci stavamo dirigendo verso la curva Nord sotto la scorta delle forze dell’ordine; è successo l’inferno, e ci siamo accorti che tre di noi erano rimasti a terra”. Per quanto riguarda quello che poi è accaduto all’Olimpico, la sua versione dei fatti è che “abbiamo parlato a tutti con calma e rispetto, non abbiamo trattato con la Digos sull’opportunità di giocare. Non abbiamo deciso noi: abbiamo deciso di rinunciare alla coreografia che ci è costata quindicimila euro, e lo stesso hanno fatto i tifosi della Fiorentina. Come avremmo potuto srotolare striscioni, ballare e cantare con uno dei nostri in fin di vita? Non abbiamo mai detto di non giocare, nè avremmo avuto il potere per farlo”.



Mentre proseguono le indagini per fare luce su quanto accaduto ieri sera fuori e dentro lo Stadio Olimpico di Roma, dove è andata in scena la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, si continua a parlare di Gennaro De Tommaso, il capo ultrà partenopeo che avrebbe partecipato alla “trattativa” con le forze dell’ordine e che avrebbe “acconsentito” al prosieguo della partita. In particolare, sembra che proprio Genny “’a carogna”, questo il suo soprannome, abbia assicurato che le tifoserie delle rispettive squadre sarebbero rimaste in silenzio per il resto della gara. Il capo-tifoso, apparso a cavalcioni su una grata dello stadio con indosso una maglietta nera con la scritta “Speziale libero” (il tifoso del Catania condannato per la morte dell’ispettore Filippo Raciti), ha ricordato a molti Ivan Bogdanov, il tifoso serbo della Stella Rossa soprannominato “Ivan il Terribile” che la sera del 12 ottobre 2012, durante la partita Italia-Serbia allo stadio Ferraris di Genova, interruppe la gara e si rese protagonista delle violenze.



Si chiama Gennaro De Tommaso, ma si fa chiamare “Genny ‘a carogna”. E’ lui il capo ultrà della curva A del San Paolo di Napoli, immortalato ieri sera a cavalcioni delle barriere di protezione dello Stadio Olimpico di Roma, che avrebbe dato il via libera alla finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli (poi finita 3-1 per la squadra di Benitez). La gara è iniziata con quarantacinque minuti di ritardo a causa degli scontri avvenuti verso le 19 fuori dallo stadio, durante i quali un trentenne napoletano è stato raggiunto da un colpo di pistola ed è ora ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico Gemelli: sotto la curva Nord, quella dove si trovavano i tifosi partenopei, anche Genny ha partecipato alla “trattativa” che ha precedeuto il fischio d’inizio, dopo aver parlato con il centrocampista Marek Hamsik e poi con i dirigenti di polizia. “Speziale libero” è la frase impressa sulla maglietta nera di Genny, una dedica all’ultrà del Catania Antonino Speziale che sta sta scontando otto anni di carcere per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore Filippo Raciti, avvenuto il 2 febbraio del 2007 durante gli scontri esplosi allo stadio Massimino. Secondo quanto si apprende in queste ore, Gennaro De Tommaso sarebbe figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico dei Misso che opera nel Rione Sanità di Napoli.