Adesso che si è scoperta l’identità di quello che è tristemente diventato famoso come il boia dell’Isis, tutta l’Inghilterra si interroga come un bravo bambino, studioso e amante del calcio, sia diventato l’uomo più ricercato sulla faccia della terra. Giornalisti scatenati da ieri si sono piazzati fuori della tipica casetta inglese dove Mohammed Emwazi, nato in Kuwait ma emigrato con la famiglia a Londra all’età di 6 anni, è vissuto e cresciuto. Il padre di Mohammed è autista di mini cab, la madre una casalinga. Oggi 26 anni, il boia dell’Isis ha studiato alle elementari presso la scuola non certo islamica St Mary Magdalene Church of England dove infatti era il solo studente musulmano. Foto di lui sorridente insieme ai suoi compagni di classe sono apparse oggi sui maggiori quotidiani inglesi. Insieme alla sua famiglia frequentava una moschea della zona, con loro parlava in arabo e secondo gli insegnanti ci mise un po’ prima di imparare l’inglese, ma amava giocare a calcio con i suoi compagni diventando ben presto molto popolare tra di loro. Un ragazzino tranquillo e simpatico lo descrivono oggi. I suoi hobby preferiti erano i video game (a 10 anni con un profetico e inquietante gusto, scrisse sul suo diario che il gioco che preferiva era “Duke Nukem: time to kill”) mentre il suo gruppo musicale preferito erano gli S Club 7 uno dei tanti gruppi pop giovanili. Il suo sogno? Diventare un calciatore della squadra per cui tifava, il Manchester United: quando avrò 30 anni, scrive nel suo diario, sarò in una squadra di calcio e segnerò un goal. Dopo essersi stabiliti in Inghilterra, con già quattro figli (lui e tre sorelle) i genitori del futuro boia avranno altri tre figli. Una famiglia unita: gli insegnati ricordano che madre e padre tutti i giorni andavano regolarmente a prendere i figli a scuola. Alle scuole superiori diventa più osservante della sua religione: veste abiti arabi, le sorelle cominciano a mettere il velo, ma gli insegnati lo descrivono ancora come un bravo studente, tranquillo e obbediente. E’ all’università di Westminister che il suo modo di pensare cambia. Qui infatti conosce simpatizzanti dell’islamismo radicale tra cui Bilal el-Berjawi che morirà ucciso da un drone in Somalia tre anni fa. Frequenta diverse moschee, acune delle quali note per l’estremismo radicale che le caratterizza. Nel 2009 dopo la laurea con un gruppo di amici si reca in Tanzania ufficialmente per prendere parte a un safari, ma l’ingresso viene loro negato e al ritorno i servizi segreti inglesi lo interrogheranno con l’accusa di aver cercato di raggiungere la Somalia per unirsi ai combattenti islamici. I servizi segreti inglesi mettono sotto controllo l’intera famiglia, tanto che pensano di tornare a vivere in Kuwait. Viene fermato diverse volte, gli viene proibito di lasciare l’Inghilterra. Infine sparisce improvvisamente di casa: i genitori dicono che è in Turchia ad aiutare i rifugiati dalla Siria, ma ben presto appare a fianco delle milizie islamiche. Secondo diversi testimoni, è diventato una persona spregiudicata, che non ha paura di nulla, fortemente convinto della causa islamica e soprattutto convinto di non avere più nulla da perdere. Per questo viene scelto come il boia.