Da sindaco duro e puro di Verona ad anima moderata della Lega, fino alla “cacciata” decisa dal segretario Matteo Salvini. E’ il cammino di Flavio Tosi nel mondo della politica italiana. Veronese, classe 1969, è sempre stato estremamente vicino alla politica locale risultando eletto in consiglio comunale a soli venticinque anni. La Lega Nord lo ha utilizzato spesso come punta di diamante in tornate elettorali complesse, come quella che vide i leghisti presentarsi soli e senza alleanze alle Provinciali del 2004, quando trentacinquenne Tosi riuscì a superare il tredici per cento dei voti. Le elezioni del 2004 sono state una sorta di spartiacque nella sua carriera politica, con la Lega che comprese come potesse puntare nel suo giovane dirigente anche nelle vesti di leader di partito. E nel 2007 è arrivata così la poltrona di sindaco di Verona, con tanto di riconferma a furor di popolo cinque anni dopo, con rielezione al primo turno e trentacinque punti percentuali in più rispetto al candidato di centrosinistra.



Ordine pubblico, decoro e pubblica sicurezza sono stati da subito i cavalli di battaglia del Tosi Sindaco, tanto da vedergli affibbiata un’etichetta di ‘sceriffo’ dalle connotazioni non troppo lusinghiere da parte dei suoi avversari. Molti hanno apprezzato però la risolutezza negli interventi sul territorio di Verona in tema di abusivismo, sicurezza e lotta alla criminalità e alla prostituzione. Una politica molto attiva che ha reso Tosi un personaggio conosciuto non solo a livello locale, ma anche nazionale. Una notorietà che lo ha però portato spesso anche a scontrarsi con i vertici della Lega Nord. A dispetto dell’immagine risoluta, Tosi ha sempre mantenuto uno stile moderato e aperto al dialogo con le opposizioni, al contrario di linee più intransigenti di altri dirigenti, su tutti il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, con il quale alcune tensioni si sono moltiplicate nel corso degli anni, e in maniera particolare negli ultimi mesi.



Con le elezioni per il presidente della Regione Veneto alle porte, la spaccatura all’interno del partito si è fatta decisamente più marcata. Le statistiche parlano di un Tosi in testa nella graduatoria dei sindaci più popolari d’Italia: l’ultima rilevazione lo vedeva condividere il primato con l’allora primo cittadino di Firenze e ora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ma il Sindaco di Verona si è ritrovato coinvolto durante il suo mandato anche in alcune controversie, come ad esempio un’inchiesta giudiziaria per la violazione della Legge Mancino in tema d’immigrazione. Tosi ha espresso nelle ultime settimane una ferma volontà a imporre una Lega Nord più moderata e lontane dalle posizioni della destra nazionalista di Lepen (in Francia) e di Fratelli d’Italia (in Italia), arrivando così ad una vera spaccatura con il segretario Matteo Salvini.



Salvini ha visto la scelta di Tosi di proporsi come nuovo Governatore del Veneto come un tentativo di sorpasso ‘al centro’ rispetto a Zaia, che invece abbraccia i temi più cari alla politica del segretario leghista. Le schermaglie sono iniziate con la difesa a spada tratta da parte di Salvini della candidatura di Zaia, e l’invito a Tosi a fare una scelta netta tra la sua presenza all’interno della Lega Nord e della Lega Veneta, senza creare potenziale confusione con la Fondazione creata dallo stesso Tosi, vista come non convivente ma alternativa alla Lega stessa. Nei primi giorni del mese di marzo sembrava possibile che la frattura potesse essere ricomposta, ma così non è stato e nella giornata di martedì 10 marzo si è arrivati alla decadenza di Flavio Tosi dalla Lega Nord.

Una decisione, quella di Matteo Salvini, destinata a far discutere visto che apre di fatto un fronte politico alternativo all’interno della stessa Lega. Lo stesso Flavio Tosi ha confermato come i parlamentari più vicini alla sua area siano pronti a passare al gruppo misto, creando così un vero e proprio caso politico. Non è da escludere ora, anzi appare decisamente probabile, che il prossimo passo nella carriera politica dell’attuale primo cittadino veronese sia la candidatura a presidente della Regione Veneto, come indipendente al di fuori della Lega Nord. Un passo sicuramente ambizioso e difficile, visto che al netto della popolarità del Sindaco di Verona, la mancanza di alleanze renderebbe complicata una sua elezione. La presenza di Tosi nella rosa dei candidati alla presidenza potrebbe però rivelarsi fatale per Luca Zaia, con una dispersione dei voti dell’area leghista e di centrodestra che potrebbe clamorosamente favorire la candidata del Partito Democratico, Alessandra Moretti.