Ha iniziato la sua personale “via Crucis” da Rozzano, nel Milanese, e l’ultima tappa del suo cammino sarà Roma, dove conta di incontrare il Papa, dopo aver portato per tutto il tragitto una croce da 40 kg sulle spalle. Questa è la storia di Gennaro, uomo ruvido all’aspetto, look da rocker maledetto, barba lunga e tatuaggi, fisico da gigante, però buono. L’ha raccontata quasi per caso un giornalista di Milano Today, che si è trovato dinanzi questo pellegrino a Calendasco, Piacenza. Gennaro, questo il nome del protagonista, ha una missione da compiere: vuole espiare le sue colpe. Lui che con il suo progetto Area 51 si occupa di recuperare carcerati, ragazze madri, ha sentito il dovere di mettersi a posto la coscienza. Non può dimenticare i richiami a cui non ha dato ascolto: le parole di chi gli diceva, “lascia perdere l’associazione, tuo padre sta male, vienilo a trovare”. Quando lo ha fatto il papà era già morto. Troppo tardi per rimediare, ma non per redimersi: “Io porto la mia croce, è pesante”.
DA MILANO A ROMA CON CROCE DA 40 KG IN SPALLA
In questi giorni la reazione di chi lo ha avvistato con questa enorme croce sulle spalle è stata variegata: c’è chi ha fatto finta di niente, mostrando indifferenza; altri lo hanno preso per pazzo, riso apertamente di lui. Ma km dopo km Gennaro sta trovando anche affetto, comprensione. Ha dormito in un cimitero, tra i cassonetti, non teme le intemperie, ma un consiglio a chi stesse immaginando di fare un pellegrinaggio come il suo lo dà col cuore in mano: “Non guardate la strada, quella non finisce mai. Guardate sempre per terra, quando sbattete con la testa capite che siete arrivati”. Il cuore di Gennaro è quello di un uomo semplice, ma non per questo è meno complesso il suo bisogno di espiare le sue colpe. Lui non si nasconde:”Sono un Barabba”, dice. Ma è a Gesù che pensa, portando la sua croce.