Il gesto del cardinale Krajewski, elemosiniere del Papa, ha diviso e il caso ha assunto anche toni politici. Dopo l’attacco del ministro Salvini, il Partito Democratico si schiera al suo fianco. Ecco le parole di Monica Cirinnà: «Con il suo gesto il card. Krajewski ha rischiato in prima persona pur di rispettare alla lettera il Vangelo, mentre altri armati di rosario fanno campagna elettorale fondata sull’odio. A breve visiterò lo stabile in segno di solidarietà». Così il dem Nicola Danti: «Il cardinale Krajewski, l’elemosiniere del Papa, che sfida le autorità andando personalmente a togliere i sigilli per riallacciare la corrente a un palazzo abitato da 500 persone è un gesto potentissimo, che deve ricordare a tutti che l’umanità viene prima di ogni altra cosa». Di tutt’altro avviso Maria Giovanna Maglie, che lancia una frecciatina: «L’elemosiniere del papa è sceso in un tombino e ha riallacciato la luce di un palazzo occupato a Roma dove ci sono numerose attività commerciali ma nessuno ritiene di dover pagare l’elettricità. Euro 300mila di debito. Bel gesto, ora chi pagherà, Sua Santità?». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ACEA PRESENTA ESPOSTO
Sono tutti pronti ad auto-denunciarsi, nel caso in cui l’elemosiniere del Papa dovesse essere segnalato gli inquilini del palazzo romano occupato che hanno visto padre Konrad Krajewski rompere i sigilli dello stabile e riattaccare la corrente elettrica che alcuni giorni fa era stata staccata dall’Acea causa morosità. Secondo Andrea Alzetta di Spin Time Labs che si occupa di rigenerazione urbana nella capitale “il Cardinale ha obbedito solo al Vangelo, guardando prima ai bisogni delle persone che soffrono”, aggiungendo che quando la legalità è sconnessa dalla giustizia sociale diventa solo un “contenitore vuoto”. Tuttavia Acea, il fornitore di luce e gas a Roma e che gestisce la rete di distribuzione, ha già annunciato che presenterà un esposto alla Procura contro questo atto dell’elemosiniere vaticano, dato che a detta dei vertici della società di tratta di un’azione dovuta dal momento che l’allaccio è sostanzialmente abusivo e si configurerebbe quindi il reato di “furto di energia”. (agg. di R. G. Flore)
“SALVINI? DA ORA PAGO IO…”
Non è pentito affatto l’elemosiniere del Papa, il cardinale Krajevski, di aver rotto i sigilli e riallacciato la corrente in uno stabile occupato:”Lì dentro ci sono 500 persone, 100 bambini, senza elettricità da sei giorni: bisognava aiutarli”. Sentito da Il Corriere della Sera, l’elemosiniere ha raccolto la sfida di Salvini, che lo ha esortato a pagare 300mila euro di bollette arretrate:”Da questo momento, da quando è stato riattaccato il contatore, pago io, non c’è problema. Non voglio che diventi una cosa politica, io faccio l’elemosiniere e mi preoccupo dei poveri, di quelle famiglie, dei bambini. Intanto, hanno luce e acqua calda, finalmente. Adesso tutto dipende dal Comune, aspettiamo che riaprano gli uffici”. Krajevski non arretra:”Mi assumo tutta la responsabilità. E non devo dare spiegazioni, c’è poco da darne. Ci ricordiamo cosa accadde l’ultima volta che ci fu un blackout a Roma? Mancò la luce per poche ore e fu un dramma. Ecco, adesso s’immagini cosa può significare restare senza luce per sei giorni. Ci sono quasi cinquecento persone, in quel palazzo, un centinaio di bambini”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PAPA INFORMATO?
C’è un retroscena che merita di essere raccontato dietro l’azione dell’elemosiniere del Papa che ha riallacciato la corrente in uno stabile occupato da 400 persone rimaste senza luce per ore. E’ quello della suora che ha richiesto l’intervento del cardinale polacco, suor Adriana, che all’Agi ha raccontato di essere stata lei a chiedere aiuto a Krajevski:”C’erano persone che erano attaccate a macchinari medici tramite elettricità, come gli aerosol per chi soffre di asma, e infatti ci sono state persone che hanno subito delle crisi asmatiche, una delle quali è stata salvata grazie alla presenza di Lucia Ercoli, la dottoressa di medicina solidale presso il Vaticano”. Ora tutti si chiedono se l’azione dell’elemosiniere sia stata concertata con il Papa:”Suppongo di sì – sostiene sempre Suor Adriana – anche se padre Konrad ha una sua indipendenza. Per lui è naturale tutto questo, parliamo di umanità. Ha chiesto al Prefetto e al Comune di Roma di riallacciare la luce, qualora non fosse accaduto entro le ore 20 si sarebbe occupato lui di fare questa azione, a sua responsabilità”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI, “ELEMOSINIERE PAGHI BOLLETTE ARRETRATE”
Anche Matteo Salvini è intervenuto sul caso dell’ex palazzo Inpdap di Roma e in particolare sul gesto del cardinale polacco Konrad Krajewski. L’elemosiniere del Papa ha infatti riattivato la corrente elettrica a Spin Time, il palazzo occupato di via di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, che era al buio e senza acqua calda da lunedì 6 maggio. Il gesto non è piaciuto al ministro dell’Interno: «Conto che l’elemosiniere del Papa, intervenuto per riattaccare la corrente in un palazzo occupato di Roma, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate». Il Campidoglio non intende infatti saldare le bollette arretrate dovute dagli occupanti della palazzina, dopo che la società di fornitura di energia, Hera, aveva staccato la corrente per morosità. Durante il comizio a Bra, nel Cuneese, Salvini si è rivolto ai presenti e ha aggiunto: «Penso che voi tutti, facendo sacrifici, le bollette le pagate». (agg. di Silvana Palazzo)
ABITANTI “GESTO DI UMANITÀ”
Il cardinale Krajewski, elemosiniere di Papa Francesco, nell’assumersi le sue responsabilità ha chiarito il motivo per il quale ha deciso di intervenire nello stabile occupato da oltre 400 persone a Roma. Il suo è stato un gesto disperato, come dallo stesso sostenuto, ma secondo le parole degli stessi abitanti, anche “il primo gesto di umanità che vediamo” per il quale hanno voluto ringraziare di cuore sua Eminenza. Allo Spin Time è così tornata l’energia elettrica e la vita sembra essere tornata alla normalità già dalle piccole cose: “Ora posso lavare i panni di mia figlia”, ha spiegato una donna. All’interno dello stabile vivono in tutto 170 famiglia di differenti nazionalità che da una settimana sono state lasciate sole dalle istituzioni. Ed ora, per far fronte al maxi debito verso la società fornitrice di energia è dovuta intervenire la Santa Sede, in particolare Padre Konrad che si è assunto la piena responsabilità, a nome del Vaticano, verso la Prefettura e Acea. Quest’ultima, spiega Huffingtonpost, dopo essersi accorta dell’anomalia è giunta sul posto scortata da alcune camionette della Polizia. Fino alle 3 di notte però, gli occupanti hanno fatto la guardia in massa alla cabina elettrica al coro di “senza luce non si vive”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PALAZZO OCCUPATO A ROMA: RIATTIVATA CORRENTE ELETTRICA
Contatori della corrente attivati, la scorsa notte, nel palazzo occupato di via Santa Croce in Gerusalemme 55 a Roma e che da lunedì 6 maggio erano rimasti al buio e senza acqua calda. Ad intervenire è stata la Santa Sede e in particolare l’elemosiniere di Papa Francesco, Konrad Krajewski, che ha provveduto a staccare i sigilli ed a ripristinare la corrente elettrica. La situazione per gli occupanti però, come spiega Repubblica.it, continua ad essere molto delicata dal momento che le 450 persone che ci vivono (quasi 100 sono minori) continueranno ad essere morosi. Sulla questione si è attivato anche il Comune e I Municipio in cerca di una soluzione per far fronte al maxi debito da 300 mila euro con la società fornitrice di energia. Nel pomeriggio di ieri però, come raccontato da alcuni attivisti, l’elemosiniere del Papa è intervenuto portando regali ai bambini e promettendo che entro le 20 di ieri avrebbe ripristinato la corrente nel palazzo, essendo lui stesso a riallacciarla. La parola di Padre Konrad è stata ampiamente mantenuta in quanto il Cardinale “si è calato nel pozzo, ha staccato i sigilli e ha riacceso la luce”, hanno spiegato. Lo stesso elemosiniere “si è preso, a nome del Vaticano, la piena responsabilità dell’azione con Prefettura e Acea”.
ELEMOSINIERE PAPA RIATTIVA CORRENTE: “GESTO DISPERATO”
A parlare questa mattina raccontando quanto avvenuto ieri sera nel palazzo occupato è stato lo stesso elemosiniere Krajewski all’Ansa: “Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. E’ stato un gesto disperato”, ha commentato. Il Cardinale non poteva certamente ignorare la presenza di oltre 400 persone rimaste senza corrente, tra cui molti bambini, le cui famiglie non potevano far funzionare neppure i rispettivi frigoriferi. “Non l’ho fatto perché sono ubriaco”, ha aggiunto. Lo stesso sarebbe stato informato della grave situazione che verteva nel palazzo e, secondo quanto riferito all’AdnKronos alcune fonti vaticane vicine all’Elemosineria Pontificia, “come elemosiniere, ha sentito il dovere di compiere un gesto umanitario, provvedendo personalmente a riattivare la corrente elettrica all’edificio”. Il palazzo non è comunque di proprietà del Vaticano ma nonostante questo il porporato ha agito consapevole delle possibili conseguenze legali cui ora potrebbe andare incontro ma “nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie”.