Nuovo allarme glifosato, questa volta in Toscana e precisamente a Pistoia. Qui, nel periodo primaverile, i trattamenti con l’erbicida più usato e criticato al mondo sono molto diffusi ed i residenti ne sono pienamente coscienti. Nasconderlo, d’altro canto, è impossibile dal momento che i segnali dell’uso del glifosato sono più che visibili e sembrano concentrarsi in particolare nei pressi del pozzo di San Pantaleo dal quale viene presa l’acqua destinata alla potabilizzazione. La denuncia, come riferisce Il Fatto Quotidiano online, arriva da Rosanna Crocini, presidente del Comitato Acqua Bene Comune, che ha commentato in merito alla delicata situazione: “Dove c’è il colore giallo c’è stato dato il glifosato, alle mie spalle c’è il pozzo dell’acquedotto, si tratta di acqua destinata alla potabilizzazione”. A suo dire, “non vengono considerate le distanze di rispetto” dal momento che il pozzo in questione sarebbe in mezzo a un vivaio. L’uso di pesticidi tra cui il glifosato, nelle aree di captazioni di acque sotterranee destinate al consumo umano è stato autorizzato con delibera 43/R del 30 luglio. In Toscana l’ARPAT ha segnalato il ritrovamento di 49 sostanze nelle acque sotterranee tra cui il glifosato che come spiega l’oncologa Patrizia Gentilini, “è classificato come cancerogeno probabile, in particolare per i linfomi e per i tumori del sangue”. Altri studi recenti hanno evidenziato effetti dannosi anche per il sistema riproduttivo.
GLIFOSATO, EPA: “NON È CANCEROGENO”
Nonostante i possibili rischi per la salute dell’uomo collegati al glifosato ed emersi da numerosi e recenti studi, ha fatto clamore la recente conclusione dell’Epa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti che, in contrasto con le sentenze finora emesse da vari tribunali è giunta ad una inaspettata conclusione: il glifosato non è cancerogeno. In una nota diffusa dall’Agenzia e riportata da Agi.it, si legge: “Epa continua a sostenere che non ci sono rischi per la salute se il glifosato viene utilizzato secondo le regole. E che la sostanza non è cancerogena”. In particolare, secondo la stessa non ci sarebbero prove sufficienti a dichiarare un eventuale legame con il cancro. Il prodotto avrebbe una “bassa tossicità” per le api mentre sarebbe un “rischio potenziale” per animali e piante al punto tale da spingere l’agenzia ad avanzare nuove limitazioni al suo utilizzo. Certamente con le sue nuove considerazioni L’Epa ha contribuito a scagionare l’ingrediente sotto accusa del pesticida Roundup della Monsanto, contro la quale ci sono 13mila cause sui presunti effetti nocivi del glifosato, tra cui una class action.