È il Dipartimento di Stato d’America a lanciare l’allarme pochi minuti direttamente dalla sede dell’Ambasciata Usa nella capitale di Haiti, a Port-au-Prince: sarebbe in corso una sparatoria proprio nei locali diplomatici americani nell’isola (semi distrutta dal tremendo terremoto-tsunami del 2010) dei Caraibi adiacente alla Repubblica Dominicana. Su Twitter il Dipartimento Usa avverte che diversi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi «dall’entrata posteriore della sede diplomatica»; è stato inoltre richiesto a tutto il personale interno all’ambasciata di mettersi al riparo lontano dagli uffici di Port-au-Prince. «L’ordine di mettersi al riparo è in vigore, se vi state recando all’ambasciata, trovate un luogo sicuro dove ripararvi», si legge nel brevissimo comunicato lanciato su Twitter dall’ufficio degli affari consolari del Dipartimento di Stato Usa. Dopo gli attentati in Sri Lanka e dopo soprattutto l’attacco lanciato nelle scorse ore ad una sinagoga di San Diego, l’allarme terrorismo è purtroppo sempre vivo in ogni parte del mondo, nessuno escluso.
PANICO AD HAITI, SPARI E LOCKDOWN
L’intera area centralissima della capitale d’Haiti dove si sono uditi gli spari è in lockdown, con le autorità locali che chiedono alla popolazione di rimanere chiusa in casa: tutti i colpi d’arma da fuoco sono stati avvertiti vicino all’ingresso posteriore dell’ambasciata degli Stati Uniti ad Haiti ed è inevitabile l’esplosione del panico terrorismo in tutta l’Isola, con richieste di sostegno alle forze dell’ordine che stanno giungendo un po’ da ogni parte nella capitale. Negli ultimi mesi la popolazione è scesa in piazza in più occasioni per chiedere migliori e più dignitose condizioni di vita in quello che è – specie dopo l’orrore del maremoto del 2010 – uno dei Paesi più poveri al mondo: qualche settimana fa il presidente Jovenel Moise ha nominato anche un nuovo primo ministro nel tentativo di ristabilire la pace sociale ma al momento Haiti resta comunque una polveriera sulla quale pende ora il “pericolo” del terrorismo.