La morte di Marco Pantani resta ancora avvolta nel mistero. Anche per questo la famiglia del “Pirata” lo scorso aprile ha inviato alla Commissione Parlamentare Antimafia una richiesta di apertura di una nuova inchiesta al fine di spazzare via i troppi dubbi sul punto centrale dell’intera vicenda per la quale sono già avvenute due archiviazioni: il ciclista è stato ucciso o si è trattato davvero di suicidio? Ad occuparsi di Pantani è anche il terzo numero del mensile diretto da Marco Gregoretti, Nuova cronaca, nel quale sono state raccolte le confessioni dell’ex maresciallo dei Nas, Enrico Ostili, il quale indagò sul caso doping nel mondo dello sport, interrogando anche il ciclista di Cesena. Ostili ha commentato le notizie che si sono rincorse negli ultimi anni sulla morte del ciclista: “Un complotto contro Marco Pantani? Gli unici sabotaggi hanno colpito le indagini dei carabinieri”, ha proseguito. “Il nome del Pirata figurava nei fascicoli sul doping già nel ‘93”, ha quindi rivelato. Il nome del ciclista, a detta dell’ex Nas, sarebbe rimasto nei fascicoli d’indagine fino al 2001, tre anni prima del suo decesso. “I ciclisti sono bugiardi per natura ma a un certo punto sembrava che volesse aprirsi”, ha dichiarato al giornale.
MORTE MARCO PANTANI: SOSPETTO OMICIDIO E CASO DOPING
Enrico Ostili, allora sottufficiale dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità, parlando ancora di Marco Pantani e delle sue indagini sul doping, al settimanale specializzato in Nuova Cronaca ha denunciato un episodio alquanto sinistro che avvenne nel 1996, durante il Giro d’Italia. Lui ed i suoi colleghi furono chiamati a perquisire l’intera carovana su mandato dell’allora pm di Arezzo, Vincenzo Scolastico. “Quell’anno la corsa partiva da Atene. Fui informato del fatto che sulla nave che avrebbe riportato i corridori in Italia, a Brindisi, c’erano farmaci proibiti. Ma il blitz fu reso vano perché anticipato da La Gazzetta dello sport. Una talpa parlò, qualcuno di importante”, ha riferito. Grazie a questa notizia fu possibile adottare le necessarie contromisure in modo tempestivo, spazzando l’ipocrisia fino a quel momento presente attorno al tema della lotta al doping. Nuova Cronaca ha anche voluto evidenziare le tante incongruenze tra indagini e testimonianze relative alla morte di Pantani e che segnano due strade parallele: da una parte il sospetto di un omicidio (avanzato Umberto Rapetto in Commissione parlamentare antimafia nel corso della sua audizione) e dall’altra l’ombra del doping e l’approfondimento della testata che ora chiamerebbe in causa anche il Coni. “Il 14 febbraio 2004 ero a Roma, a diffondere la notizia della morte di Marco furono personaggi legati a organismi sportivi. Rimasi colpito da un commento: ora torna fuori il problema del doping”, ha ricordato Ostili.