Il dramma di Maria Antonietta Rositani e la violenza dell’ex marito Ciro Russo: la tragedia di Reggio Calabria ha segnato l’opinione pubblica e il padre della donna, Carlo Rositani, ha ripercorso quei tragici momenti ai microfoni di Chi l’ha visto. Ecco le parole del genitore: «Era stata informata da me, me lo aveva detto Valeria, l’altra mia figlia: è sposata con l’altro fratello di Ciro, Giuseppe Russo, un angelo che non ha niente a che vedere con lui. Il fratello aveva ricevuto una telefonata da Ercolano, non so da chi, probabilmente dai suoi familiari». Prosegue Carlo: «Maria Antonietta era agitatissima, mi ha detto che da due ore la telefonava con un numero sconosciuto dicendole parolacce. Mi ha detto che era in viaggio e mi chiedeva se stava andando da lei, chiedendomi cosa doveva fare. Le ho detto di avvisare le forze dell’ordine e ha chiuso il telefono. Non passano due-tre minuti che mio figlio Danilo mi dice che stava per scappare, avvisato da Antonietta che Ciro l’aveva bruciata».
“IMMAGINI CHE NON DIMENTICHERO’ MAI”
Il padre di Maria Antonietta Rositani prosegue nel suo racconto: «Non passano 3-4 minuti che mia moglie riceve una telefonata da Antonietta, dicendole che era salva. Lei aveva avvisato le forze dell’ordine, con i carabinieri che le aveva detto di continuare a girare senza fermarsi: Maria Antonietta ha continuato ad andare verso la stazione dei carabinieri, ma in quell’attimo Ciro Russo l’ha tamponata. Lei era in contatto telefonico con la polizia mentre Russo la bruciava: la prima volta nella macchina, impedendole di uscire, e poi inseguendola con la tanica di benzina e dicendole di morire. Lei gli ha risposto che non sarebbe morta e che sarebbe tornata dai suoi figli. Ha trovato una pozzanghera per terra e si è buttata sopra. Dopo ha trovato rifugio in un negozio di parrucchieri ed è arrivata la polizia. Quella immagine di mia figlia in quella fotografia con la macchina in fiamme non la dimenticherò mai e quella foto di quel vigliacco che scappa a maniche corte non potrò mai, mai, mai dimenticarla. Non se lo meritava assolutamente, ma nessuno se lo merita».