Quello di Marianna Greco è un omicidio volontario mascherato da suicidio? Lo sostiene la famiglia della donna trovata morta nel suo letto 2016, per questo vogliono andare fino in fondo. «Le nostre perizie hanno rilevato elementi importanti, come le ferite compatibili con tagli da difesa alle dita delle mani e la direzione dei tagli alla gola. È una modalità talmente cruenta che non sarebbe compatibile con il suicidio», ha dichiarato la sorella gemella di Marianna Greco a “La Vita in Diretta”. C’è poi il giallo delle immagini di videosorveglianza: non è chiaro se siano state acquisite, ma le telecamere puntate sugli ingressi della casa risultano funzionanti. E risulta che il coltello sia stato sequestrato, non è chiaro se sia accaduto lo stesso per gli abiti e le lenzuola. Attraverso la memoria difensiva depositata dai legali chiedono, dunque, anche notizie dei prelievi dei campioni biologici sul coltello da cucina che la uccise, nonché sugli indumenti e sul letto matrimoniale dove fu trovata. Gli accertamenti tecnici potrebbero non essere stati segnalati, visto che non ci sono iscritti nel registro degli indagati. (agg. di Silvana Palazzo)
MARIANNA GRECO, MORTA CON 4 COLTELLATE ALLA GOLA
Marianna Greco è morta 3 anni fa in quel di Novoli, in provincia di Lecce. Un decesso avvolto nel mistero, che secondo la famiglia è stato un omicidio e non un gesto volontario o un’istigazione al suicidio. Le ultime indiscrezioni circolanti raccontano infatti di come la famiglia della 37enne scomparsa il 30 novembre del 2016 nella sua abitazione dove viveva con il marito Emanuele Montinaro, abbia presentato alla Procura locale una memoria con tanto di consulenza medico legale, nonché del perito informatico e del medico che l’aveva in cura, per cercare di capire se i quattro colpi di coltello alla gola che hanno ucciso Marianna, siano stati sferrati da un’altra persona e non dalla stessa vittima. La famiglia spera che l’indagine si trasformi in omicidio volontario, ed ha chiesto la riesumazione del cadavere per effettuare una nuova autopsia sul corpo della ragazza. A sollevare diversi dubbi è in particolare il medico legale che ha partecipato alla prima autopsia, secondo cui i colpi inferti al collo non sarebbero tipici del suicidio, ed inoltre, mancherebbero le cosiddette lesioni da assaggio, quelle ferite prima dei colpi mortali che sarebbero invece tipiche quando ci si toglie la vita.
I DUBBI DELLA FAMIGLIA
Inoltre vi sarebbero delle ferite sospette sulle dita, come se fossero segni di una colluttazione precedente la morte. E sarebbero stati rinvenuti dei capelli biondi fra le dita della vittima, che andrebbero esaminati meglio per capire a chi appartengano. A sostenere la tesi della morte per omicidio sono la mamma di Marianna, Luisa Metrangolo, il padre Francesco e la sorella gemella Giovanna, che hanno appunto depositato gli ultimi incartamenti tecnico-scientifici redatti dopo apposite perizie. La famiglia vuole che il caso venga riaperto o comunque che prenda una nuova piega, analizzando anche i filmati della videosorveglianza presente all’esterno dell’abitazione, risalenti al 30 novembre del 2016, viste le telecamere puntate sulla casa dove è stato rinvenuto il corpo senza vita di Marianna.