E’ morto Scott McKenzie, celebre negli anni sessanta per la sua canzone manifesto dell’era hippie, “San Francisco”. Canzone che aveva poi un lungo sottotitolo molto appropriato, spiegando il significato della canzone stessa: “Be Sure to Wear Flowers in Your Hair”. E cioè, sii sicuro di portare un fiore nei tuoi capelli, che era il modo in cui bisognava a recarsi a San Francisco, la città degli hippie, della pace e dell’amore. Erano i favolosi anni sessanta, precisamente il 1967, l’anno della cosiddetta “summer of love”, l’estate dell’amore, quando McKenzie con perfetto tempismo pubblicava questo 45 giri, destinato non solo ad avere grande successo di classifica, ma a restare nella storia come inno di una generazione. L’estate dell’amore scoppiò infatti proprio a San Francisco, dove i giovani di tutta America grazie al clima libertario della città californiana in quel 1967, si recavano sognando un mondo senza più guerre e con tanto amore libero. Il vero nome di McKenzie era in realtà Philip Wallach Blondheim. E’ morto all’età di 73 anni ma era malato da un paio di anni della sindrome di Guillain-Barrè, una grave malattia che colpisce il sistema nervoso provocandone la progressiva paralisi del corpo. La causa specifica della morte è stata un infarto. Nel corso della sua carriera Scott McKenzie non aveva più auto alcun successo paragonabile a quella di San Francisco, che poi non aveva neanche scritto lui, ma il cantante del gruppo Mamas and Papas, John Phillips, gruppo anch’esso simbolo degli hippie (loro la celebre California Dreamin’). McKenzie interruppe la carriera musicale fino alla metà degli anni 80, quando tornò come membro dei nuovi Mamas and Papas per poi ritirarsi nuovamente delle scene. La sua incisione di San Francisco rimane però come il simbolo di quella breve stagione in cui i giovani di tutto il mondo sognarono davvero di cambiarlo con la forza dell’amore. Il brano nel corso dei decenni sarebbe stato inserito nelle colonne sonore di numerosi film, uno su tutti Forrest Gump.