E’ morto a 62 anni di età l’ex Brigate Rosse Prospero Gallinari, forse colpito da un infarto nel garage di casa sua. Le notizie sono ancora frammentarie e in attesa di un riscontro ufficiale. Viveva a Reggio Emilia la città in cui era nato nel 1951 e il suo corpo è stato ritrovato senza vita probabilmente per un malore improvviso. Gallinari è uno dei nomi più noti della stagione di piombo degli anni settanta: sebbene mai provato, era stato definito l’esecutore materiale dell’omicidio di Aldo Moro anche se nel 1993 Mario Moretti si assunse lui la responsabilità di aver ucciso lo statista democristiano discolpando dunque Gallinari. Nello stesso periodo Gallinari venne rilasciato dal carcere in cui era recluso da quando era stato arrestato nel 1979 per motivi di salute dovuti a problemi cardiaci. Aveva pubblicato un libro auto biografico, “Un contadino nelle metropoli”, uscito nel 2006. La sua vicenda personale è strettamente legata alla lotta armata: già nel 1969 infatti dopo essere stato aderente del Partito comunista, aderisce al cosiddetto “gruppo dell’appartamento” insieme a fra gli altri Alberto Franceschini, gruppo che si dichiarò subito per la lotta armata. Tra il 1973 e il 1974 entra nelle Brigate Rosse. La sua prima azione da militante è quella relativa al sequestro del giudice Mario Sossi: viene arrestato poco dopo ed evade dal carcere di Treviso nel 1976. Mentre veniva processato legge in tribunale il volantino che rivendica l’omicidio del procuratore di Genova Francesco Coco e dei suoi agenti di scorta, uno dei momenti di massima tensione della stagione di piombo. Tornato alla clandestinità è uno degli organizzatori e autori del sequestro di Aldo Moro: insieme ad altri è l’autore del massacro della scorta dello statista democristiano. Viene arrestato definitivamente nel 1979 durante uno scontro armato in cui viene ferito gravemente alla testa. Anche in carcere rimane strenuamente dalla parte della lotta armata senza mai collaborare con i magistrati fino al 1988 quando aderisce al documento di Renato Curcio e di altri in cui si annuncia la fine della lotta armata, pur senza un pentimento chiaro per quanto fatto nel corso della lotta stessa. Di fatto, è rimasto sempre un irriducibile senza mai segni ufficiali di pentimento per la sua carriera di terrorista e omicida.



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