E’ morto Nagisa Oshima, all’età di 80 anni, uno dei più famosi registi cinematografici giapponesi. Era nato a Kyoto il 31 marzo 1932: famoso sì, ma anche molto controverso per il carattere particolare deo suoi film, che andavano a scandagliare la psiche umana in aspetti spesso morbosi come il sesso e la violenza. I suoi film però furono un ritratto impietoso della società giapponese del dopo guerra tra materialismo e capitalismo rampanti e isolamento e crisi individuale dell’uomo, in una società che è andata perdendo i suoi valori tradizionali ed  stata assorbita dallo stile di vita occidentale. Uno squilibrio che ha creato non pochi problemi ai giapponesi. Fu anche impegnato politicamente rappresentando la coscienza critica della sinistra giapponese.  Il suo film più conosciuto rimane L’impero dei sensi, uscito nei cinema nel 1976 e dai contenuti molto forti: il film vince il Premio Speciale al Festival di Chicago. Ambientato negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, viene attaccato dalla censura in paesi come l’Italia che ne taglieranno ampie parti. Sarà però un grande successo di pubblico in quasi tutto il mondo.  Sorta di sequel, due anni dopo esce L’impero della passione con cui vincerà il premio della regia al festival di Cannes. La sua carriera era cominciata in età giovanile: nel 1954 infatti comincia a lavorare alla Shochiku Company, e nel 1959 realizza il suo primo film, intitolato Il quartiere dell’amore e della speranza. Dell’anno dopo è il primo fin che ottiene un buon successo, Racconto crudele della giovinezza. Lavorerà anche a film per la televisione e nel 1968 partecipa per la prima volta al festival di Cannes con il film L’impiccagione. Il suo ultimo film risale a molti anni fa: nel 1999 infatti partecipa ancora al festival di Cannes con Gohatto. Ma forse il suo film più conosciuto in occidente è Furyo, uscito nel 1983. Il film viene presentato anche con un altro titolo, Merry Christmas Mr Lawrence. Attore protagonista ne è il musicista David Bowie: si tratta di una storia tratta da un romanzo autobiografico ambientata durante la seconda guerra mondiale nei campi di prigionia giapponesi, una storia con sfondo omosessuale. Altro attore protagonista inusuale è il musicista giapponese Ryuchi Sakamto che cura anche l’apprezzata colonna sonora. 



Il film è un aspro e impietoso confronto tra la civiltà occidentale e quella orientale giocato tra l’attrazione e la repulsione tra un militare inglese e uno giapponese. Negli anni novanta il regista si ritirò quasi completaente dalle scene tornando solo nel 1999 con il suo ultimo lavoro.

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