Si prepara un lungo periodo di commemorazione in Sudafrica, dieci giorni di lutto nazionale. La salma di Nelson Mandela al momento è stata portata in un ospedale militare a Pretoria. Il 10 dicembre ci sarà quindi una cerimonia pubblica allo stadio di Johannesburg e quindi il feretro verrà portato alla camera ardente di pretoria per il saluto dei cittadini. Durerà tre giorni quindi verrà portato a Qunu per i funerali di stato previsti per il 15 dicembre. Ai funerali si attendono capi di stato di tutto il mondo tra cui la regina Elisabetta. Barack Obama, il Dalai Lama e anche cantanti rock come Bono degli U2.

Enrico Letta ha ricordato la figura di Nelson Mandela, sottolineando come l’azione del nostro governa si ispira a quei valori tramandati dallo scomparso leader sudafricano. Ad esempio il suo generoso impegno in favore dei diritti e delle ragioni dell’integrazione. “A Lei, signor presidente, e all’amica nazione sudafricana giungano le espressioni della mia più viva partecipazione a un dolore che tutti noi sentiamo nei nostri cuori e l’assicurazione che l’Italia non dimenticherà la lezione che Nelson Mandela ci ha impartito” ha detto ancora. Mandela viene poi ricordato dal ministro per l’integrazione, Cecile Kyenge: “Una giornata triste, perché solo la sua presenza dava forza ai valori della lotta contro il razzismo e l’apartheid non solo per il continente africano ma per tutto il mondo. Se vogliamo costruire un mondo in cui il valore fondante di una comunità sia la solidarietà, non dobbiamo dimenticare il suo insegnamento”. Infine il sindaco di Firenze dice come Nelson Mandela sia stato in assoluto uno dei più importanti protagonisti del ventesimo secolo: “Quando gli ho dato la mano, consegnandogli il Fiorino d’oro di Firenze, mi è sembrato di toccare la storia. Nelle sue mani c’erano il peso e la grandezza di una vita combattuta in difesa di un’ideale”.

Decisamente commosso, fino alle lacrime, il presidente degli Stati Uniti ha reso il suo omaggio ieri sera a Nelson Mandela. Lo ha salutato citando le parole dello stesso Mandela durante il suo processo, subito nel1964: “Ho combattuto contro il dominio dei bianchi e ho combattuto contro il dominio dei neri. Ho amato l’ideale di una società democratica e libera in cui tutti possono vivere in armonia e con pari opportunità. E’ un ideale per il quale spero di vivere e che spero di raggiungere. E se necessario è un ideale per cui sono pronto a morire”. Ha poi aggiunto che gli è impossibile immaginare la sua vita adesso senza l’esempio di Mandela, “uno degli uomini più coraggiosi e influenti che l’umanità abbia avuto. Attraverso la sua fiera dignità e una volontà ferrea di sacrificare la propria libertà per quella degli altri egli ha trasformato il Sudafrica e ci ha scossi tutti”.

E’morto Nelson Mandela. Ricoverato in ospedale per un’infezione polmonare, alla fine non ce l’ha fatta. Ne ha dato notizia pochi minuti fa il presidente Zuma, con grande commozione, proclamando il lutto nazionale. Era stato ricoverato d’urgenza l’8 giugno scorso, non senza polemiche a causa di un guasto all’ambulanza che lo trasportava che avrebbe impedito di raggiungere tempestivamente l’ospedale. Il mezzo di soccorso ci mise oltre quaranta minuti per arrivare e questo secondo molti affezionati sostenitori del 94enne leader della lotta all’apartheid sudafricano sarebbe stato determinante nell’aggravare il suo stato di salute. Il presidente Zuma, già durante la crisi di questo giugno, data la criticità delle condizioni di Mandela aveva invitato la nazione e chi volesse accompagnare in questi momenti l’ex presidente, a pregare. “Le condizioni sono critiche – ha dichiarato con tristezza Zuma – ma è in buone mani”. Leader anti-apartheid, è stato il primo presidente sudafricano eletto alla caduta del regime che ha contribuito a demolire. Nato il 18 luglio del 1918, a Mvezo, da studente in legge prende a far parte dell’opposizione al regime che negava i diritti alla maggioranza nera del Paese. Nel 1942 si unisce African National Congress (ANC) mentre, due anni dopo, fonda l’associazione giovanile Youth League con Walter Sisulu e Oliver Tambo. Dopo la vittoria alle elezioni del 1948 del Partito Nazionale favorevole al’lApartheid, si distinguerà sempre più nella battaglia contro la segregazione razziale, anche e soprattutto in seno all’Anc, fino a fondare lo studio legale Mandela e Tambo che fornisce assistenza gratuita o a prezzi estremamente bassi a cui neri che, altrimenti,non avrebbero avuto alcuna tutele. Arrestato per la prima volta nel 1952, decide di iniziare a prende parte alla lotta armata, ritenendo che non vi sia altro modo per porre fine alla ingiustizie. Nel 1962 Mandela, viene arrestato di nuovo e condannato a cinque anni di carcere per alto tradimento. Nel 1964 viene ulteriormente condannato per sabotaggio. Questa volta all’ergastolo. Trasferito in un carcere di massima sicurezza, mentre tutti i membri dell’Anc venivano arrestati, si dà da fare per migliorare le condizioni di vita degli altri detenuti. Rifiuterà un’offerta di libertà condizionata alla cessazione delle lotta armata. Dopo che le pressioni della comunità internazionale si fanno sempre più pressanti per il regime vigente nel Paese, viene liberato l’11 febbraio del 1990, su ordine del Presidente sudafricano F.W. de Klerk, insieme al quale, nel 1993, ottiene il Nobel per la pace. Diventa presidente nel 1994, per poi ritirarsi dalla vita politica, pur continuando a battersi per i diritti umani.