È morto la notte scorsa nella sua casa in provincia di Viterbo, Ugo Vetere. Nato nel 1924 a Reggio Calabria, l’esponente del Pci, fu eletto sindaco di Roma nel 1981 alla guida di una giunta rossa. Entra in politica durante l’occupazione della Capitale, unendosi ai gruppi che fanno capo al colonnello Montezemolo.

All’indomani della liberazione, Vetere, parte con il Cnl verso il Nord e alla fine della guerra fa ritorno a Roma con il grado di caporale maggiore. Poi ricopre la carica di segretario provinciale del pubblico impiego nella Cgil e nel ’56 ne diventa segretario nazionale.



Negli anni Sessanta lascia l’incarico sindacale per dedicarsi all’attività politica nella federazione romana del Pci. Nel 1966 è eletto per la prima volta nel consiglio comunale di Roma dove diviene capo del gruppo comunista. Nel 1972 è eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nella circoscrizione di Roma. Nel 1976 il PCI ottiene la maggioranza al comune di Roma e forma la prima giunta di sinistra guidata da Giulio Carlo Argan. Ugo Vetere è assessore al bilancio, carica che mantiene anche quando ad Argan subentra Luigi Petroselli. A seguito della prematura scomparsa di Petroselli nell’ottobre nel 1981, viene eletto sindaco.



Da primo cittadino, Vetere si dedica a completare l’opera di risanamento delle borgate iniziata con le giunte di sinistra, all’ampliamento della metropolitana, all’edilizia scolastica e agli asili nido, alla creazione della seconda università di Roma, alla costruzione dei primi centri per gli anziani.

Con Don Luigi Di Liegro, al quale lo legava un profondo rapporto personale, si impegna a favore dei senza fissa dimora della Capitale.

Era solito dire, durante le visite istituzionali che faceva, “Sono il sindaco di chi mi ha votato, di chi non mi ha votato e di chi mi ha votato contro”. Il 14 giugno 1987 è eletto senatore della X legislatura.



La camera ardente per l’ex sindaco di Roma Ugo Vetere sarà allestita in Campidoglio, probabilmente il 4 aprile.