Popolarissimi, almeno fino a qualche tempo fa, tra i più piccini. Sono i Barbapapà, bizzarri personaggi animati che costituiscono una famiglia che si caratterizza per la passione ecologista fra le tante simpatiche cose. La loro creazione risale al 1969 e uno degli ideatori, Talus Taylor, è morto qualche giorno fa all’età di 82 anni. Insieme a lui l’altro creatore era la moglie Annette Tison. Un personaggio bizzarro quello del cartone, a forma di pera, capace di assumere le forme di animali o cose quando chiamato a risolvere una situazione, con il tormentone diventato noto in tutto il mondo: resta di stucco, è un barbatrucco. Barbapapà, Barbamamma e sette figli, i barbabebè. Il nome originale, dal francese per zucchero filato, era “barbe à papa”, ma Taylor, americano di origine, non capì bene facendolo diventare barbapapà.
Ci sono personaggi che, purtroppo, saltano agli onori della cronaca solo nel momento in cui vengono a mancare. Questo assunto è particolarmente vero per Talus Taylor, il cui nome probabilmente non dirà molto alla maggior parte delle persone, a differenza invece della sua famosissima creatura, ovvero, il personaggio di Barbapapà.
Talus Taylor ha condotto una vita molto riservata: era nato nel 1933 in America, a San Francisco, ma da molti anni ormai viveva in Europa, e più esattamente a Parigi. Lì, negli anni settanta, quando insegnava matematica, aveva incontrato sua moglie Annette Tison, che invece era una studentessa di architettura alla Sorbona. Erano gli anni degli hippy, e Taylor visse pienamente quella stagione anche se, a sua detta, lo faceva più che altro per fare colpo su sua moglie che per effettiva convinzione. Un giorno, la coppia passeggiava nei giardini pubblici e Talus sentì un bambino chiedere ai suoi genitori qualcosa, di cui non comprese il nome. Annette gli spiegò che il bambino voleva lo zucchero filato, che in francese si dice barbe a’ papa: letteralmente, la barba di papà. Quel curioso nome, evidentemente, colpì la fantasia dell’uomo. Più tardi, in un bistrot, lui e Annette disegnarono un curioso batuffolo rosa su un foglio qualunque: era nato così uno dei personaggi dei fumetti e dei cartoni animati che ha avuto maggiore fortuna tra grandi e piccini negli ultimi quarant’anni. Era nato, appunto, Barbapapà.
Inizialmente Barbapapà, questa buffa creatura color rosa capace di assumere ogni forma che desiderava, fu protagonista di serie a fumetti che dalla Francia ben presto vennero esportate in tutto il mondo, venendo tradotte in tante lingue diverse. Poi uscì il primo lungometraggio, e in seguito le serie animate, che non hanno smesso di godere dello stesso riscontro tra i più piccoli anche negli anni successivi.
Secondo il suo creatore, l’attualità di Barbapapà stava in due elementi: il primo è il messaggio ecologista, il secondo è il senso di famiglia su cui si basa. Barbapapà, infatti, nelle sue avventure non è mai solo, ma si accompagna a Barbamamma e a sette barbottini. Si tratta di una famiglia numerosa ma sempre affiatata, unita da un vincolo fortissimo che, a parere dello stesso Taylor, è paragonabile, nel mondo dei cartoni animati, solo a quello espresso dalla famiglia Simpson. Riprova di ciò, secondo lui, ne era il fatto che molto spesso il cartone veniva apprezzato soprattutto da bambini figli di genitori separati, che nella famiglia di Barbapapà trovavano un nucleo accogliente e rassicurante. E anche a distanza di tanti anni, coloro che hanno amato questi cartoni animati da bambini, li ricordano ancora con piacere da adulti. Il messaggio ecologista, invece, era all’avanguardia negli anni settanta, per quanto in linea con la filosofia hippy di quel periodo. ed oggi costituisce uno dei maggiori aspetti di attualità delle serie a cartoni, che vengono ancora trasmesse con immutato successo.
Talus Taylor, però, il papà del Barbapapà, per usare un gioco di parole, di tutta questa popolarità non ha mai voluto goderne. Ha vissuto in modo modesto, e soprattutto lontano dalle luci della ribalta. Nel 2006, il copyright sui personaggi è stato registrato solo a nome di Annette, di sua moglie, mentre in precedenza era intestato ad entrambe. Chissà, forse Taylor aveva già idealmente passato il testimone: si è spento nella sua casa di Parigi il 19 febbraio 2015,. L’estrema riservatezza della sua vita è stata rispettata anche dopo la sua morte. La notizia della scomparsa, infatti, è stata diffusa dalla famiglia solo il primo marzo.
Immediatamente il cordoglio si è diffuso in tutto il mondo del fumetto, ma non solo. perché una personalità così mite e discreta, capace di lanciare un messaggio garbato che ha aiutato, e di certo lo farà ancora, tante generazioni di bambini a crescere con valori sani e puliti, di certo mancherà a tutti.