È morto ieri pomeriggio Elio Toaff, rabbino capo della Capitale, avrebbe compiuto 100 anni il 30 aprile prossimo. È stata la figura più importante dell’ebraismo italiano del Dopoguerra. I funerali si svolgeranno questo pomeriggio a Livorno. Elio Toaff era nato a Livorno il 30 aprile del 1915, si era laureato in Giurisprudenza nel 1938 all’Università di Pisa, poi nel 1939 in Teologia. Sempre nello stesso anno ebbe il titolo di Rabbino Maggiore al Collegio Rabbinico di Livorno. Poi nel 1941 gli fu affidata la reggenza della Comunità Israelita di Ancona. Dopo la guerra, fu nominato Rabbino Capo a Venezia. Dal ’47 al ’51 fu docente di lingue e lettere ebraiche nell’Università di Ca’ Foscari a Venezia, poi divenne rabbino capo della maggiore Comunità italiana. Fu citato nel testamento spirituale di Giovanni Paolo II. “Un pensiero carico di gratitudine e affetto per il rabbino Elio Toaff, grandissimo italiano e uomo simbolo della comunità ebraica”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che si è recato a casa di Toaff. “Se ne è andato l’uomo della ricostruzione, un gigante del Paese, che ha combattuto anche nella Resistenza. Il Rabbino che ha costruito il risorgimento ebraico romano dopo la Shoah, restituendo una dignità e il fasto che pensavamo di aver perduto per sempre”, così ha detto Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica della Capitale. Mentre Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, ha espresso il suo cordoglio: “Piangiamo in queste ore la scomparsa di un uomo straordinario. Un punto di riferimento, un leader, una guida spirituale in grado di segnare il suo tempo e il tempo delle generazioni che ancora verranno. I gesti e gli insegnamenti che hanno caratterizzato il magistero e la lunga vita del rav Toaff rappresentano infatti uno dei momenti più alti nella storia, non solo dell’ebraismo italiano ma dell’umanità intera. Grazie rav per tutto”. “Ho avuto l’onore di potermi raccogliere e pregare davanti a lui. Il paese perde un grande italiano, la comunità ebraica e la nazione un punto di riferimento morale e culturale. Per Roma è una notte triste. Voglio esprimere il mio cordoglio e quello di tutta la città. Toaff era un uomo di grande valore che ha dedicato la sua vita alla spiritualità, al dialogo interreligioso, alla memoria e alla conoscenza. Indimenticabile il suo rapporto con Papa Giovanni Paolo II. Nel dopoguerra ha avuto il difficile compito di guidare le comunità ebraiche italiane, restituendo la speranza agli uomini e alle donne che avevano perso tutto e vissuto l’orrore e la barbarie del nazifascismo. Mi stringo dunque con affetto ai suoi cari e a tutta la Comunità ebraica. Dedicheremo questi momenti al ricordo di una persona che ha contribuito a rendere migliore la nostra città e il nostro Paese”, è questo il cordoglio del sindaco di Roma Ignazio Marino, che stanotte si è recato nell’abitazione del rabbino. Anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, ha espresso il suo cordoglio: “Con la morte di Elio Toaff l’ebraismo italiano perde un protagonista, custode in tutti questi anni della memoria storica del nostro paese. Un grande italiano, che ha avuto un ruolo fondamentale nella ricostruzione della democrazia in Italia. Toaff ha avuto l’arduo compito di accompagnare le comunità ebraiche italiane fuori dagli anni bui della guerra, riportando speranza nei cuori delle persone, incoraggiando sempre il dialogo anche nei momenti più difficili. I fedeli ricominciarono a frequentare le sinagoghe, le comunità tornarono a mostrare la propria vitalità e le proprie tradizioni. Non smetteremo mai di ringraziarlo per quello che ha saputo dare a tutti noi, senza mai chiedere nulla in cambio, con umiltà, restando un uomo come tutti gli altri”. (Serena Marotta)