E’ morto all’età di 86 anni John Nash, matematico ed economista statunitense la cui vita era stata raccontata nel film “A beautiful mind” diretto da Ron Howard. Il Premio Nobel per l’economia è rimasto vittima di un incidente stradale in New Jersey mentre si trovava a bordo di un taxi insieme a sua moglie Alicia, 82 anni, anche lei deceduta nell’impatto. Come fatto sapere dal sergente della polizia Gregory Williams, il veicolo avrebbe perso il controllo e si sarebbe schiantato contro il guard rail: al momento dell’incidente sia Nash che sua moglie non indossavano la cintura di sicurezza e i loro corpi sono stati sbalzati fuori dal mezzo. Tra i primi a esprimere il dolore per l’improvvisa scomparsa c’è Russell Crowe, l’attore che in “A beatiful mind” ha interpretato proprio Nash: “Sono senza parole. Sono vicino a John, Alicia, e alla famiglia. Una collaborazione straordinaria. Beautiful minds, beautiful hearts”, ha scritto su Twitter. John Nash aveva ricevuto il Premio Nobel per l’economia nel 1994 grazie ai suoi studi di matematica applicata alla teoria dei giochi.
John Forbes Nash è nato in Texas il 13 giugno 1928. Le testimonianze raccolte lo descrivono come un bambino solitario che preferiva i libri alla compagnia degli amici. I genitori affettuosi lo stimolano a relazionarsi con gli altri ma l’attittudine di Nash per gli studi e il suo amore per la lettura lo portano sempre più ad isolarsi fino alla nascita della sorellina Martha. Grazie a lei il piccolo Nash riesce ad integrarsi un po’ di più ma la sua scelta tra una partita a pallone e i suoi libri ricade sempre sulla seconda opzione. Il padre lo asseconda fornendogli libri di ogni genere su cui studiare, libri impegnativi che Nash divora arricchendo sempre più il suo bagaglio culturale e nutrendo il genio innato che è dentro di lui. A scuola gli insegnanti lo etichettano come asociale senza capire le sue vere potenzialità. Solo al liceo le sue doti intellettuali vengono notate e questo gli farà guadagnare il rispetto dei compagni e dei professori. Studente brillante ed eclettico, ottiene una laurea in ingegneria eletronica che riscatterà i suoi anni scolastici passati sentendosi descrivere come un incapace da professori che non comprendevano la sua noia di fronte a problemi di facile soluzione. Partecipa alla gara matematica Putman Mathematical Competition, ma non vince. Questa sconfitta segnerà la sua vita profondamente e spesso negli anni John Nash riparlerà spesso di quel brutto ricordo. Nonostante tutto la sua bravura è sempre più nota nell’ambito scolastico e non solo. Riceve offerte da Università prestigiose come Harvard e Princeton per conseguire un dottorato in Matematica. Vince una borsa di studio per un lavoro di chimica e si iscrive all’università di Princeton dove tra gli altri conosce Von Neuman e Einstein. Il suo grande amore per le scienze matematiche in ogni sua forma lo spinge a trovare soluzioni originali e mai provate da altri per ogni problema. Nel 1949 durante i suoi studi sviluppa una ricerca sui principi matematici della teoria dei giochi, che qualche anno dopo gli farà vincere il Premio Nobel. John Nash inizia ad avere i primi segni di schizofrenia. Conosce una donna più grande di lui da cui ha un figlio che non vuole riconoscere ma di cui si occuperà per tutta la vita. In seguito si innamora di Alicia Lerde che sposa e diventa la sua compagna di vita. Nash inizia ad interessarsi e a studiare la meccanica quantistica con un tale impegno e concentrazione che a sua detta sarebbe la causa della sua malattia. L’aggravamento della schizofrenia lo costringe a continui ricoveri, la sua lucidità comincia a vacillare. Tuttavia continua a lavorare, con la moglie Alicia che non lo lascia un attimo: le sue amorevoli cure danno i primi segni di miglioramento in Nash ai primi degli anni 90. John Nash sembra rinato, le crisi scompaiono e sembra un uomo nuovo disposto a confrontarsi con altri colleghi cosa che prima non avveniva. Questo cambiamento gli viene riconosciuto nel 1994 con il Premio Nobel. Appena due mesi fa, John Forbes Nash jr. ha vinto il Premio Abel per la matematica, insieme a Louis Niremberg.