Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto un lungo messaggio inviato al Ministro della Difesa Trenta nel 15esimo anniversario della Strage di Nassiriya, avvenuto in Iraq il 12 novembre 2013: morirono 19 soldati italiani nella carneficina più tremenda avvenuta in tempi moderni contro un contingente italiano impegnato in missione (tra l’altro pacifica, ndr). «I militari e civili che a rischio della propria incolumità fronteggiano molteplici e diversificate minacce in tante travagliate regioni del mondo, sono l’espressione di un impegno della comunità internazionale che vede il nostro Paese credere fermamente nella necessità di uno sforzo unitario per la sicurezza e la stabilità, per l’affermazione dei diritti dell’uomo», scrive Mattarella ribadendo il suo appello per una «intensa collaborazione tra i popoli» che sola «può aiutarci a sconfiggere le tenebre della violenza e a offrire un futuro all’umanità».



I 15 ANNI DALLA STRAGE DI NASSIRIYA IN IRAQ

Era il 12 novembre 2003 quando un camion cisterna pieno zeppo di esplosivo scoppiò davanti all’ingresso della base MSU di Nassiriya in Iraq, alla presenza di civili iracheni e carabinieri italiani impegnati nella missione di pacificazione dopo la deposizione di Saddam Hussein. Il carabiniere Andrea Filippa – in quel momento di guardia all’ingresso della base “Maestrale” – riuscì a uccidere i due attentatori suicidi del gruppo terroristico Al Qaeda: in questo modo evitò che il camion esplodesse all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. Morirono alla fine 19 militari italiani. «Quindici anni or sono il barbaro attentato di Nassiriya stroncò la vita a diciannove italiani, unitamente ai colleghi iracheni, nell’attentato più grave subito dai nostri contingenti schierati nelle missioni di pacificazione, condotte in tante aree di crisi e contro il terrorismo transnazionale», scrive ancora Mattarella nel messaggio dedicato al 15esimo anniversario dalla strage che ancora oggi fa discutere e riflettere. A sostegno dell’impegno del Quirinale, anche la Ministro Elisabetta Trenta commenta «Siamo qui per dire ai nostri Caduti e alle loro famiglie che non li abbiamo dimenticati. Per dire che la loro memoria, così come quella di tutti i feriti e di chi si è sacrificato per l’Italia, non appartiene solo alle Forze Armate ma all’intero Paese».

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