Sciopero nel mondo della scuola: oggi, lunedì 12 novembre 2018, gli insegnanti scendono in piazza. La mobilitazione è stata proclamata da ULM Scuola «per tutto il personale docente, di ogni ordine e grado, per l’intera giornata». Lo rende noto il Ministero dell’Istruzione. Hanno aderito i comitati Nastrini Liberi Uniti, DISA 2014, Osservatorio Diritti scuola, Comitato 8.000 esiliati fase B Docenti Immobilizzati. Lo sciopero è stato indetto per portare all’attenzione del Miur i problemi degli insegnanti che lavorano lontano dai loro territori e per chiedere il ritorno dei docenti meridionali nelle proprie terre. Ancora una volta dunque la questione territoriale è al centro: sono molti i docenti costretti al trasferimento o al pendolarismo pur di poter insegnare e inseguire il sogno di una vita. Oggi dunque le lezioni saranno a rischio. Ma è una settimana calda per quanto riguarda gli scioperi, perché quello di oggi si aggiunge a quelli proclamati dagli studenti per il 16 e 17.



SCIOPERO DEI DOCENTI, LA QUESTIONE TERRITORIALE

Tutto nasce dal mancato inserimento nella legge di bilancio di un fondo necessario alla stabilizzazione delle cattedre. Dunque i motivi dello sciopero si inseriscono nella perenne protesta sulla seria problematica dei docenti, costretti dalle attuali normative in materia di assunzioni, ad una estenuante mobilità sul territorio. «È la prima volta in assoluto che viene indetto uno sciopero con l’unica motivazione del rientro dei docenti meridionali nelle proprie terre», scrivono nella nota Nastrini Liberi Uniti, DISA 2014, Osservatorio Diritti scuola, Comitato 8000 esiliati fase B, Docenti Immobilizzati gruppo fb, che appoggiano lo sciopero della ULM Scuola. Trasferimenti e pendolarismo, protratti per molti anni, rappresentano condizioni di lavoro che possono determinare stress psico-fisico. Da qui nasce la protesta dei docenti di ogni ordine e grado che si sentono chiamati in causa o che sono d’accordo con le istanze del dissenso.

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