Dopo il terremoto Macerata la terra è tornata a tremare in Sicilia, precisamente a Biancavilla, nota cittadina in provincia di Catania. Come registrato dai sismologi dell’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv la scossa è stata lieve, di 2.3 gradi sulla scala Richter, ad una profondità, l’ipocentro, pari a 2.7 chilometri. Tre le località più vicine all’epicentro, a cominciare appunto da Biancavilla, a esattamente 1.3 km di distanza, passando per Adrano, a 3.6 km, e arrivando fino a Santa Maria di Licodia (4.6 chilometri). Il terremoto, come riferito dagli esperti, era stato preceduto da un’altra scossa di minore entità, precisamente di magnitudo 1.8, alle ore 14:12, localizzato nella stessa zona. Il sisma etneo è stato avvertito indistintamente dalla popolazione locale, ma fortunatamente non ha creato danni ne tanto meno feriti. Tornando all’iniziale terremoto di Macerata (M 2.7), un esperto aveva recentemente spiegato che da qualche giorno a questa parte è iniziato in quelle zone uno sciame sismico: «Voglio solo fare prevenzione – aveva detto a Il Resto del Carlino – nessun allarmismo». Che ci abbia visto giusto? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TERREMOTO A MACERATA, M 2.7
Piccola ma significativa scossa di terremoto avvenuta poco prima delle ore 16 nel territorio in provincia di Macerata, per la precisione all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini: un sisma di grado M 2.7 Richter ha colpito di nuovo le Marche dopo i vari sciami sismici avvenuti nelle scorse giornate presso il periodo di Pasqua. Stando ai dati prodotti dal portale INGV, il comune più vicino all’epicentro (a circa 6 km) è Castelsantangelo sul Nera, con una profondità di ipocentro sotto il livello del terreno a circa 8 km. Il terremoto non ha provocato al momento particolari danni a cose, case, strutture, strade e soprattutto persone: sul fronte epicentro invece, i comuni coinvolti – pur senza danni – sono stati Castelsantangelo sul Nera, Montegallo, Ussita, Montemonaco, Norcia, Arquata del Tronto, Visso, Preci, Montefortino, Bolognola, Accumoli, Amandola, Acquacanina e Acquasanta Terme. Regioni coinvolte nell’ultimo episodio sismico riguardano oltre alle Marche, anche il Lazio e l’Umbria con le provincia di Rieti e Perugia comprese nel cono “sismico” del Centro Italia.
MARCHE, NUOVI SCIAMI SISMICI DA PASQUA
La città più vicina al terremoto marchigiano – avvenuto alle 15.49 – con oltre 50 mila abitanti è Foligno, a circa 42 chilometri: ripetiamo che non vi sono segnalazioni di danni né dalla Protezione Civile e né dal centro INGV che monitora ogni singola attività sismica nel nostro Paese. Negli scorsi giorni prima del terremoto che oggi ha “risvegliato” l’interesse sull’area di Macerata erano già andati in scena diversi lievi sciami sismici nei territori di Fiastra e Cessapalombo. Dopo le scosse di M 2.7, 3.1 e 2.6 avvenute nel giro di poche ore tra il 22 e il 23 aprile, il geologo di Unicam Emanuele Tondi aveva spiegato ai colleghi di Centropagina «Possibile che questi terremoti ci stiano facendo vedere le faglie attive dell’area». «Ricordiamoci che i terremoti avvengono sempre nelle stesse zone – continua e conclude Tondi – dove appunto ci sono le faglie attive e con caratteristiche simili, la raccomandazione è sempre la stessa, abitare e frequentare edifici non vulnerabili, fare attenzione a quelli già danneggiati dagli eventi sismici del 2016, rispettando le zone interdette e/o rosse segnalate».