La Sicilia torna a tremare, in particolare la zona intorno alle pendici dell’Etna. Da questa mattina, infatti, uno sciame sismico sta coinvolgendo l’area con diverse scosse avvertite distintamente dai cittadini siciliani che si trovano in prossimità dell’epicentro. Il terremoto più forte, verificatosi alle 10.10 di questa mattina, ha addirittura raggiunto una magnitudo 3.9, a cui sono seguite più di dieci scosse di minore intensità. L’evento sismico più rilevante è stato chiaramente avvertito in molti comuni della fascia ionico etnea, anche del messinese, da Santa Domenica Vittoria fino a Giarre, Riposto e Bronte. Per precauzione, i sindaci e i dirigenti scolastici dei centri maggiormente interessati hanno stabilito la chiusura delle scuole: nella giornata di oggi restano dunque a casa gli studenti di Giarre, Mascali, Nicolosi, Maletto, Randazzo, Sant’Alfio e Zafferana Etnea. La situazione risulta essere invece regolare a Catania, dove la popolazione non ha avvertito alcuna scossa. Nonostante lo sciame sismico abbia messo in allarme i cittadini di molti altri comuni, per il momento non si registrano feriti o particolari danni al patrimonio urbanistico locale.
“Attività sismica di questo tipo si verifica periodicamente nella zona dell’Etna – spiega a IlSussidiario.net Domenico Patanè, direttore della Sezione di Catania dell’Ingv, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Possiamo infatti ricordare l’evento del 2010, avvenuto nello stesso settore dell’Etna, quello Nord-Occidentale, con caratteristiche molto simili. In questo caso siamo nella zona di Monte Maletto e la profondità media delle varie scosse a cui abbiamo assistito è piuttosto elevata, intorno ai 25 chilometri”. Questa particolare caratteristica, ci spiega, “fa sì che il terremoto venga avvertito da molti più comuni, anche se la magnitudo registrata non dovrebbe provocare particolari danni”. Patanè ci aggiorna poi sull’attuale situazione, comunicandoci che “altre due scosse, di magnitudo superiore a 3, si sono verificate pochi minuti fa, esattamente alle ore 12.25 e alle 12.28, sempre abbastanza in profondità”.
Questa attività sismica, continua a spiegarci il direttore dell’Ingv di Catania, rientra nel sistema di alimentazione profonda del vulcano: “Parliamo sempre di strutture tettoniche che si trovano in prossimità del sistema di ricarica profonda del vulcano che, a seguito della pressione dei magmi che periodicamente risalgono dal profondo, fanno sì che si verifichi questa sismicità. Questi eventi avvengono poi sotto forma di sciami sismici che possono essere anche di lunga durata”.
In questo periodo è comunque tutto il Meridione a essere teatro di numerose scosse di terremoto. Nel distretto sismico del Pollino, tra Calabria e Basilicata, continua a imperversare uno sciame sismico che ormai prosegue la propria attività da tantissimi mesi: “Ovviamente non c’è una diretta connessione tra quello che sta accadendo attualmente nel Pollino e quello che accade periodicamente in Sicilia, – ci dice Patanè – anche se è ben noto che la fascia orientale della Sicilia è una zona ad intensa attività sismica. Basti pensare che negli ultimi 10 anni, solo in questa zona, abbiamo registrato oltre diecimila scosse al di sopra della magnitudo di avvertibilità di 2.5, quindi è chiaro che tali eventi non sono una novità”.