Modena e l’Emilia epicentro della paura. E’ proprio così. Lo si legge nel volto dei tanti cittadini, soprattutto stranieri, che dopo una giornata di violente scosse, tre molto forti in una sola mattina, hanno deciso di dormire fuori le mura di casa. A Modena ci sono palazzi interi, non danneggiati dalle scosse, svuotati degli abitanti che, in preda allo spavento, hanno deciso di trascorrere la notte in macchina nei parcheggi cittadini: quelli dei centri commerciali – dove sono state allestite delle apposite strutture di accoglienza – o aree isolate. “Tendopoli private” anche nei parchi cittadini. Parco Amendola e Parco della Resistenza accolgono famiglie intere con figli al seguito che hanno temporaneamente abbandonato la casa, ora, diventata per loro poco sicura. Il pensiero corre veloce e va ai tanti residenti di Cavezzo, comune della bassa modenese che ha subito danni incalcolabili alle strutture e che purtroppo registra anche una vittima. Un paese in buona parte danneggiato: case sventrate o completamente distrutte dal terremoto. Negozi e, sopratutto aziende, accartocciati dal sisma che dal 20 maggio scorso non concede tregua ne al tremore della terra ne alla paura degli emiliani.
Ora è più difficile, racconta un anziano di Cavezzo, che dalle 9 di martedì mattina è seduto su una delle tante panchine del parco che si trovano vicino all’asilo. Si fa più difficile perché il rientro a casa non è immediato. La difficoltà sta anzitutto nel ritrovare la tranquillità scomparsa con l’apparire del terremoto. Eppure l’Emilia e gli emiliani sapranno risollevarsi. Sono gente tosta. Di questo, ora, c’è bisogno. Di persone che pur nella paura siano ben saldi nella certezza del vivere. Terremoto si, terremoto no. Paura si, paura no.
(Maria Elena Mele)