Il famoso cantante sta vivendo anche lui questi giorni di grande paura e dolore provocate dal terremoto che ha devastato la sua regione. Ligabue infatti è originario di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, dove vive tutt’ora. La sua città è a poca distanza dall’epicentro delle tre scosse che hanno piegato la provincia di Modena, e anzi proprio oggi una forte scossa di 4 gradi della scala Richter ha avuto come epicentro la zona di Correggio. In occasione di quanto sta vivendo la popolazione della sua regione, il cantante ha così voluto esprimere un pensiero di solidarietà e di vicinanza a quanti in queste ore soffrono la perdita dei propri cari, morti sotto il crollo di abitazioni o capannoni industriali, oppure vivono tutti i disagi degli sfollati. Ligabue ha anche voluto ricordare la forte scossa che nel 1996 ebbe con epicentro proprio Correggio e la vicina Novellara provocando gravi danni. Per il Liga, le scosse di terremoto non sono solo qualcosa di fisico, ma provocano una paura che si piazza dentro alle persone e le fa restare in balia degli eventi. “Non c’è nessuno che possa rassicurarti. Si guarda allo storico, si cerca di fare un quadro ma alla fine diranno sempre che si tratta di un’anomalia e che non si può prevedere un bel niente” dice. Aggiunge poi che tutto ciò fa sentire piccolissimi e ogni cosa diventa precaria, ma soprattutto “si soffre l’impotenza di proteggere i propri cari”. Il trauma è molto forte, spiega, in molti continuano a dormire all’aperto. Altri sono partiti per luoghi lontani e più sicuri. “C’è poco da aggiungere a quelle immagini” dice ancora. “Mi auguro che la protezione civile, lo Stato e le istituzioni stiano vicini alle persone più colpite, anche in un momento di crisi profonda come questo. Nessuno si deve sentire solo né abbandonato”. Quindi promette che farà qualcosa anche lui personalmente per aiutare la popolazione che soffre, e conclude ringraziando tutti coloro “che hanno fatto sentire la propria solidarietà ma ancora di più a quelli che aiuteranno anche solo con un piccolo pensiero”.



Le parole di Ligabue fanno intendere che sicuramente il mondo della musica, appena le condizioni lo renderanno possibile, si mobiliterà magari con un concerto come già fatto per il terremoto in Abruzzo, per raccogliere fondi per i terremotati.

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