Il Papa è giunto in Emilia, suoi luoghi del terremoto. Una visita di mezza giornata, ma molto intensa. Benedetto XVI è giunto in elicottero al campo sportivo di San Marino di Carpi dove è stato accolto dalle autorità, in primis il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. C’erano anche il cardinale Carlo Caffarra che è presidente della conferenza episcopale della regione, e il vescovo di Carpi monsignor Cavina e anche il capo della protezione civile Gabrielli che lo hanno accolto con un saluto. Il Pontefice si è dunque recato alla chiesa di Santa Caterina di Rovereto di Novi, la chiesa crollata mentre il parroco don Ivan Martini cercava di portare fuori la statua della Madonna. Don Ivan, come si sa, è rimasto ucciso dal crollo. Qui Benedetto si è fermato qualche minuto in preghiera proprio davanti a quella statua. C’è stato poi un incontro con alcuni rappresentanti delle famiglie che hanno perso la casa nel sisma del 20 e 29 maggio, una cinquantina di persone in rappresentanza di tutti e quindi il Papa ha tenuto un discorso rivolto a tutti. A mezzogiornoè ripartito di nuovo in elicottero per tornare a Roma. A Rovereto il Papa ha fatto un piccolo gesto fuori programma, recandosi dai fotografi e dai cameraman presenti e salutandoli personalmente incoraggiandoli nel loro difficile lavoro nelle zone del terremoto. Nel suo discorso, Benedetto parlando ai terremotati ha ricordato che “Sono sempre stato vicino a voi, ma ora ho sentito l’esigenza di venire a darvi un abbraccio con la mente e il cuore a tutte le famiglie. Il cuore del Papa è vicino al vostro”. Proseguendo a parlare, ha poi detto: “La situazione che state vivendo ha messo in luce un aspetto che vorrei fosse ben presente nel vostro cuore: non siete e non sarete soli. In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà, affetto e questo attraverso tanti segni e aiuti concreti. La mia presenza in mezzo a voi vuol essere uno di questi segni di amore e di speranza”. Ha quindi voluto ricordare la presenza concreta della Chiesa in questa situazione, presente con la preghiera e con l’aiuto concreto delle sue organizzazioni. In particolare ha ricordato il lavoro della Caritas “che si impegnerà anche nella ricostruzione del tessuto comunitario delle parrocchie”. Ha parlato quindi della roccia di Dio, l’unica roccia su cui si può ricostruire. La roccia dell’amore di Dio, che è solidale con noi, ha detto, fino all’estrema umiliazione e su cui si può ricostruire. Nei suoi saluti all’arrivo del papa, monsignor Cafarra aveva citato don Camillo nel celebre film che raccontava l’alluvione dell’Emilia Romagna: “Se alla fine avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede”. Da parte sua il presidente dell’Emilia ha sottolineato come la ricostruzione debba cominciare dalle scuole ”Perché una società moderna e solidale si misura da come tratta anziani e bambini”.