Una violenta scossa di terremoto è stata avvertita oggi in Sicilia, tra le province di Catania e Messina. Secondo quanto rilevato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), l’evento è avvenuto alle 8.50 di questa mattina con una magnitudo pari a 4.3 gradi sulla scala Richter, nel distretto sismico dei Monti Nebrodi, area ad elevata attività tellurica, coinvolgendo soprattutto i comuni di San Teodoro, Cesarò e Maniace, più vicini all’epicentro. Il forte terremoto, che secondo i primi accertamenti non ha provocato feriti o particolari danni al patrimonio urbanistico locale, è stato poi seguito da altre scosse di lieve intensità, con magnitudo oscillante tra i 2 e i 2.5 gradi. “Per questo settore della Sicilia il terremoto registrato questa mattina, seppur forte, non è particolarmente straordinario – spiega a IlSussidiario.net Domenico Patanè, direttore della Sezione di Catania dell’Ingv – Basti pensare che negli ultimi dieci anni si sono verificate oltre diecimila scosse sismiche di magnitudo superiore a 2.5, quindi al di sopra della soglia di avvertibilità. Questo ci fa dunque capire quanto la parte orientale della Sicilia sia ad elevata attività sismica”. Patanè spiega dunque che proprio il distretto sismico dei Monti Nebrodi, dove è stato registrato il terremoto più violento di magnitudo 4.3, è spesso teatro di scosse capaci di rilasciare questo tipo di energia. In quest’area, infatti, “vi è il fronte di convergenza tra due diverse placche, quella africana e quella eurasiatica, quindi si tratta di una zona in compressione in cui la presenza di una serie di strutture tettoniche sismogenetiche porta alla produzione di questa intensa attività sismica a cui da tempo assistiamo”. La scossa più forte avvertita oggi alle 8.50, aggiunge Patanè, è stata quella principale, a cui poi sono seguite altre scosse più lievi, ma nessun terremoto ha in qualche modo “annunciato” l’evento più forte. “In totale sono state registrate sei scosse nelle ore successive, alcune delle quali di magnitudo 2.4 e 2.5, mentre le altre sono state di intensità minore. Ma è del tutto normale che a una scossa di questo tipo venga seguita da altre più piccole”. Su ciò che potrà accadere nelle prossime ore, conclude Domenico Patanè dell’Ingv, “non è ovviamente facile fare previsioni, ma è probabile che altre scosse di più lieve entità possano generarsi. Di certo non possiamo neanche escludere eventi di energia uguale o superiore, quindi, proprio per questo motivo, più che una previsione (che in campo sismologico è sempre difficile fare), in Italia sarebbe assolutamente necessario attuare una reale ed efficace politica di prevenzione. E’ quanto mai importante, infatti, che questi interventi siano continuativi e non limitati solamente a quando accadono terremoti di questo tipo o anche più violenti”. 



Nonostante questo, l’efficace monitoraggio che l’Ingv mantiene costante anche sull’attività sismica siciliana ha permesso “nell’ultimo decennio di avere un quadro dettagliato della sismicità dell’area e delle strutture che possono generare anche forti terremoti nella zona. Questo, nel campo della ricerca, è ovviamente un aspetto di estrema importanza proprio perché permette di capire dove attuare in maniera ancora più accurata quella politica di prevenzione di cui parlavo in precedenza”.



 

(Claudio Perlini)

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