È finita poco fa un’altra conferenza stampa sul terremoto in centro Italia con la Protezione Civile che ha dato tutte le ultime novità sul sisma che ha devastato le provincia di Rieti, Ascoli Piceno e Perugia. Le vittime sono purtroppo 278, altre 10 in più sono state segnalate ad Amatrice queso pomeriggio: i feriti restano su una quota costante attorno alle 388 unità, di cui molti in gravi condizioni. In generale, le persone assistite in questi tre giorni sono stati 2500 persone assistite dopo il terremoto di grado M 6.0 della notte di mercoledì. Viene dato anche l’aggiornamento sulle donazioni che a tempo record sono state messe in campo sempre dalla Protezione Civile: con la campagna degli sms inviati al 45500 sono stati raccolti in 48 ore 2,5 milioni di euro, che ora verranno utilizzati per l’emergenza e la ricostruzione. Intanto a Palazzo Chigi è cominciato il vertice tra Protezione Civile e presidenti delle regioni coinvolte nel sisma: «Con i presidenti delle Regioni interessate e con la Protezione Civile a Palazzo Chigi, al lavoro. Tutti insieme, tutti uniti: #terremoto». Lo scrive il premier Matteo Renzi su Twitter.



Va segnalato purtroppo nel terremoto in cento Italia che tiene sotto scacco l’intera nazionale un altro triste aggiornamento del bilancio dei morti: son 278 le vittime accertate ad oggi, con l’ultimo dato fornito dalla Protezione Civile poco fa, tramite diretta video con Rai News24. Sono altre 10 persone della cittadina di Amatrice che vengono segnalati come deceduti sotto le macerie, con la lista dei dispersi che via via si sta azzerando. 218 morti ad Amatrice, 49 ad Arquata del Tronto e 11 ad Accumoli, mentre sono 238 le persone salvate dai soccorritori nelle aree colpite dal sisma. Intanto le scosse proseguono, per fortuna non più grosse come questa mattina – grado M 4.8 alle ore 6.28 – ma sempre di una certa rilevanza che con un terreno e delle località così fragili che ogni volta si rischiano nuovi crolli. L’ultima segnalata da INGV parla di un grado magnitudo M 3.0, ipocentro a 7 km di profondità ed epicentro invece ad Amatrice, Campotosto, Capitignano, Montereale, Cittareale, Barete, Borbona, Cortino, Cagnano Amiterno e Arquata del Tronto.



In queste ultime ore la solidarietà degli italiani è stata immensa, al punto da aver dovuto sospendere la raccolta di beni di prima necessità. Anche gli artisti si sono uniti con iniziative quasi certamente private e pubbliche. E’ il caso di Fedez, celebre rapper italiano, il quale tramite la sua pagina Facebook ha annunciato un’iniziativa importantissima che riunisce tutti gli artisti della Newtopia. “Le notizie che arrivano in questi giorni da Amatrice, Arquata e Accumoli hanno lasciato tutto il Paese sgomento. Un numero incomprensibile di vite sono state spezzate per sempre in una notte che molti di noi hanno passato al riparo nelle nostre case. Case che non esistono invece più per i fortunati che sono riusciti a sopravvivere a questa tragedia”, ha esordito Fedez con un lungo post al quale ha fatto seguito un video. Per tale ragione gli artisti della sua casa discografica hanno deciso di riunirsi con un gesto immediato: “oltre alle nostre personali donazioni abbiamo deciso di devolvere il 100% dei ricavati di “vorrei ma non posto” e di “andiamo a comandare” dei prossimi 3 mesi per la ricostruzione della scuola elementare e dell’asilo di Amatrice”, si legge ancora nello stato Facebook del rapper. L’iniziativa è stata promossa da Il Fatto Quotidiano e dal Comune di Amatrice. Il rapper ha concluso con un appello a Google e Apple affinché annullino la percentuale del 30% che di solito trattengono sulle vendite in modo da devolvere l’intero ricavato alle popolazioni colpite dal terremoto ed allo stesso tempo ha invitato gli altri artisti ad aderire alla medesima iniziativa. Clicca qui per vedere il video.



Non solo la scuola di Amatrice, il terremoto in Centro Italia arrivato al terzo giorno di scosse di assestamento dopo il terribile sisma del 24 agosto 2016 ha compiuto una vera strage anche degli edifici con servizi primari della popolazione, oltre alle case venute purtroppo giù nei paesi più terremotati. 700 alunni dai 3 ai 19 anni non sanno al momento dove potranno cominciare la scuola il prossimo 13 settembre: il terremoto infatti ha distrutto tutto, circa 10 istituti lesionati o distrutti del tutto, comunque ovviamente non utilizzabili almeno per 6 mesi. Difficile la scelta ora da fare per le autorità con il Miur che si ritrova sul tavolo questa emergenza assoluta: riprendere la scuola non è solo un fattore di attività didattica ma anche prima di tutto educativa e di assistenza a piccole vite che si sono ritrovate all’interno di una tragedia senza fine. Prima ipotesi è l’emigrazione verso Roma, visto che le città e paesi vicini sono già al limite della capienza per assistere le persone colpite dal sisma. «Il primo motore ineludibile è l’istruzione. Vogliamo che inizi regolarmente e che i ragazzi vadano a scuola», scrive il ministro Stefania Giannini.

Tra le storie di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle l’incubo del terremoto che ha interessato tutto il Centro Italia, è emblematica quella di Alexandra Filotei, attrice romana 48enne che ha trascorso quasi nove ore sotto le macerie a Pescara del Tronto. La donna, per tutto il tempo prima di essere estratta dalle macerie ha preferito restare con gli occhi serrati per la paura di ciò che avrebbe potuto vedere. Dopo essere stata portata in ospedale ad Ancona, è stata sottoposta ad un intervento chirurgico, come riporta oggi il sito de Il Fatto Quotidiano e solo successivamente è riuscita a concedersi un po’ di riposo. Alexandra Filotei è nota al grande pubblico per aver preso parte del cast della serie tv La Squadra. In seguito al terribile crollo della casa estiva dei genitori non ce l’ha fatta la madre, mentre il padre è attualmente ricoverato nell’ospedale di Perugia. Nei momenti terribili di lunga attesa prima del salvataggio, la donna ed attrice ha raccontato: “Sentivo odore di gas e lo respiravo, dicevo “è meglio morire così almeno non mi accorgo di nulla””.

La situazione dei dispersi nel terremoto in Centro Italia sta andando lentamente verso la soluzione: è notizia d pochi minuti fa con i Vigili del Fuoco che annunciano come nelle Marche non ci sono ufficialmente più dispersi. Questo significa che almeno il conteggio delle vittime – se si escludono i tantissimi feriti negli ospedali – dovrebbe concludersi qui, attorno alle 70 persone che hanno perso la vita tra Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Per quanto riguarda la situazione nel Lazio, in provincia di Rieti, i dispersi sono ancora 15 che molto probabilmente si trovano sotto le macerie ancora di Amatrice e Accumoli. Per questo motivo, con la speranza di trovarli ancora vivi, si stanno intensificando i lavori per ripristinare i collegamenti verso Amatrice, con l’esercito e la protezione civile che hanno piazzato die ponti metallici provvisori sui guadi attorno ai ponti crollati o semicrollati dalle ultime scosse della scorsa notte.

La situazione del terremoto in Centro Italia purtroppo è ancora gravissima: le ultime due scosse forti di questa mattina e di ieri pomeriggio hanno purtroppo peggiorato e non poco la situazione dei collegamenti ad Amatrice e Accumoli. Le parole date in diretta tv in questi minuti dal sindaco Sergio Pirozzi del comune più colpito: «sono purtroppo 218 le vittime tra qui, Amatrice, e Accumoli, ma è ancora provvisorio, con il dramma umano che qui è altissimo. In questo istante i ponti che portano ad Amatrice sono o crollati in pericolo di crollo: la macchina dei soccorsi deve continuare e per questo le Forze dell’Ordine e la Protezione civile sono davvero incredibili perché stanno risolvendo il problema, ma siamo in emergenza». Secondo il sindaco d’ora in poi nei prossimi giorni bisogna spendere tutte le energie per l’emergenza e ll recupero delle persone ancora sotto le macerie, poi si penserà ovviamente alla ricostruzione. E per quel momento “bisogna fare come dopo terremoto in Friuli, la ricostruzione del centro storico e delle vie esattamente come erano e dove erano, ho chiesto e ottenuto dal governo questa promessa”. Scuola crollata? “Comune si è costituito parte lesa e civile, ora però ripartiamo, la macchina di tutta Italia è straordinaria e sta rispondendo con dignità e decisione”.

Domani 27 agosto 2016 sarà il giorno di lutto nazionale per il terremoto in Centro Italia che ha travolto finora 268 vittime, accertate dalla Protezione Civile (anche se si attende a minuti una nuova conferenza stampa della Protezione Civile).Giornata difficilissima anche quella di oggi con gli scavi che purtroppo sono sempre più difficili visto il problema ad Amatrice sul ponte “tre occhi” che rende il passaggio inagibile fino a pochi minuti fa. Ora sembra che Esercito, Vigili del Fuoco e Protezione Civile abbiano trovato un modo per bypassare il passaggio e riprende così i soccorsi disperati per trovate le ultime persone vive sotto le macerie. Alle ore 11.30 domani ci saranno i primi funerali delle vittime del terremoto di Arquata del Tronto: il vescovo della Diocesi Monsignor Giovanni D’Ercole terrà le esequie nel duomo di Ascoli Piceno alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi. Per la giornata di lutto nazionale tutte le bandiere negli uffici pubblici saranno come da norma a mezz’asta.

Un aspetto drammatico ma dall’esito positivo in questo terremoto in Centro Italia che sta devastando un’intera nazione, esiste e riguarda l’opera instabile dei soccorritori che fino a questa mattina hanno salvato 238 persone trovate vive sotto le macerie. Questa è la cifra totale delle persone estrattive vive dalle macerie fino alla notte di oggi: è chiaro che d’ora in poi si fa molto più difficile trovare persone ancora vive dopo 72 ore dall’evento, anche se la protezione civile assicura che se non ci sono gravi ferite teoricamente sono 7 i giorni in cui si può “rimanere” sotto le macerie in buone condizioni di vita. Il bilancio dei soccorsi tiene conto dei 215 salvati dai vigili del fuoco e da 23 strati in salvo dal Soccorso Alpino venuto in soccorso fin dai primi momenti. I numeri degli aiuti è davvero impressionante: con 2mila uomini e 400 mezzi che stanno senza sosta lavorando da tre giorni per estrarre e salvare più persone possibili. Il dato delle vittime purtroppo è molto alto, 268, ma sarebbe stato di più senza la tempestività nei soccorsi.

Il terremoto in centro Italia prosegue nel difficile recupero dei corpi, nei danni ancora incalcolabili e dei soccorsi agli sfollati che si fanno difficile anche perché le infrastrutture rimaste in piedi sono del tutto precarie, dato il continuo perdurare delle scosse di assestamento. Le ultime avvenute questa mattina alle 6.28 di grossa magnitudo, 4.8 Richter, hanno di nuovo provocato crolli e purtroppo reso del tutto inagibile il Ponte Tre Occhi, il punto di accesso molto importante per la movimentazione dei soccorritori. La Protezione Civile ha dato l’allarme, avvisando di non passare per quel ponte che porta ad Amatrice, visto che “questa notte si è registrato un danno forte al Ponte Tre Occhi e che lo rende non percorribile e chiuso“. Secondo Titti Postiglione, responsabile emergenze Protezione Civile, ha da poco annunciato come le forze dell’ordine sono sul posto per cercare di capire come aprire una via alternativa. Intanto l’inquietante notizia arrivata dal centro nazionale INGV avvisa il numero di scosse dal sisma di M 6.0 di due giorni fa fino a questa mattina: sono 1000 scosse sismiche, un terremoto continuo che al momento non vede una fine a breve.

La terra nel Centro Italia, in Lazio, Umbria e Marche continua a tremare dopo le forti scosse dello scorso mercoledì notte che hanno provocato danni e morti in vari comuni dell’area. Un’altra scossa si è verificata questa mattina: si è trattato di un sisma di magnitudo 4.8 che è stato avvertito ad Amatrice alle 6:28. Dopo la nuova scossa di terremoto si sono verificati nuovi crolli nel centro del paese. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa non sono stati colpiti i vigili del fuoco che stavano ancora scavando in due punti di corso Roma alla ricerca di dispersi, all’Hotel Roma e in una casa privata. Intanto sale il bilancio dei morti del sisma: la Protezione Civile comunica che le vittime sono al momento 267 morti, 207 delle quali ad Amatrice, 49 ad Arquata e 11 ad Accumoli. I feriti passati per gli ospedali di Lazio, Umbria e Marche sono 387. Fino a ieri sono state estratte vive dalle macerie 238 persone. Per tutta la notte l’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia ha registrato repliche nella zona del Reatino: le scosse di terremoto sono state finora 928.

Un’altra notte difficile per la popolazione colpita dal terremoto nel Centro Italia. E anche per i soccorritori, che stanno continuando a scavare senza sosta alla ricerca di eventuali sopravvissuti. Stamane è arrivato un nuovo aggiornamento del Dipartimento della Protezione Civile sul bilancio delle vittime: sono salite a 267. Ben 207 solo ad Amatrice, mentre 49 tra Arquata del Tronto e Pescara del Tronto e 11 ad Accumoli. Ad Adnkronos, il Sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha detto che nel paesino della provincia di Rieti ci sono ancora più di dieci dispersi, tra cui due bambini. I feriti, complessivamente, sono 387. Oggi sono previsti, a Roma e ad Ascoli, i primi funerali delle vittime. La Protezione Civile ha fatto sapere che nella notte ci sono state più di 50 scosse sismiche.

Terremoto dopo terremoto, anche oggi continua ad essere rilevante l’attività sismica che si sta registrando a L’Aquila in queste ultime ore. Il territorio è stato colpito in più punti ravvicinati a partire dalle 8:59 locali, dove si è verifato un terremoto pari a 3.2M. Ulteriore picco a distanza di due ore, con tre scosse ravvicinate e con un’intensità media di 2.5M. In particolare uno degli epicentri si è registrato ad 8 e 14 km da Maltignano, mantenendo una distanza da L’Aquila di 30-50 km. La giornata è trascorsa con un ritmo serrato di scosse, con un crescendo che ha portato dai 2.9M rilevati alle 11:21, fino ai 4:3M nell’arco di una sola ora. Picco di nuovo in discesa nelle ore del primo pomeriggio, con una situazione che si è stabilizzata a lungo verso i 2.7M di media. L’ultima impennata al di sopra dei tre continua ad essere quella delle 19:48. Nell’arco dell’intero giovedì sono 22 i sismi che hanno interessato la stessa area de L’Aquila. 

Matteo Renzi ha parlato dopo il Cdm straordinario con a tema principalmente il terremoto che ha devastato il centro Italia: Lazio, Marche e Umbria colpite dal gravissimo sisma attendevano notizie sui primi fondi stanziati del governo e le news da Palazzo Chigi sono arrivate immediate. Subito 50 spendibili, mentre sono 234 i milioni di euro disponibili a livello generale per il Fondo Emergenza Nazionale: ovviamente si aggiungono i vari fondi inviati da Ue, Usa, Russia e singole associazioni umanitarie o reti di privati per aiutare e sostenere da vicino le zone colpite dal terribile sisma di questi giorni. «Padoan si accinge a firmare il blocco delle tasse dopo la proclamazione dello stato di emergenza nelle zone colpite dal sisma». Il premier si è poi lasciato andare ad un commento sulla sensazione che l’intero Cdm ma forse l’Italia intera prova in questi momenti di grave emergenza e lutto: «è sempre un momento che fai fatica ad accettare, prima di essere politici siamo essere umani, per questo “a condivisione del dolore e dell’emozione è la priorità». Ricostruzione, impegno morale e pratico sono le parole chiave per il premier Renzi: «Non basta essere all’avanguardia dell’emergenza, possiamo avere una visione per la ‘Casa Italia’ che sia capace di affermare la cultura della prevenzione, dobbiamo riuscire ad essere seri con noi stessi sulle bonifiche sul dissesto idrogeologico, sulle questioni infrastrutturali e su altri temi, dall’efficienza energetica alla diffusione della banda larga». Per evitare di “fare come tutti i precedenti governi” ovvero di impostare una visione di fondi e aiuti sul piano strettamente emergenziale, Renzi rilancia la sfida per la complessità del problema idrogeologico e sismico italiano, con un progetto che certamente farà discutere e parlare molto. «fare un salto di qualità con un progetto che non sia limitato alle emergenze, il Casa Italia è una scommessa culturale, i soldi poi vanno spesi bene nel rispetto dei cittadini italiani, quanti soldi sono stati buttati via in passato e in questo senso il modello Anac può essere applicato anche nella ricostruzione».