Tre scosse di terremoto, con magnitudo fino a 5.5, hanno colpito oggi il Centro Italia. L’epicentro è stato individuato tra L’Aquila e Rieti, ma il sisma è stato avvertito a Roma, Napoli e fino alla riviera romagnola. Nuovi crolli sono stati registrati ad Amatrice e Accumuli, in zone che stavano già facendo i conti con l’emergenza neve, collegamenti difficili e paesi isolati. E lo sciame sismico continua a farsi sentire.



Difficile raccontare ciò che è difficile descrivere. Neve, tanta, questa volta troppa, freddo, il solito da quando è cominciato l’inverno. E poi tanti disagi, la luce che manca per tantissime ore. Centinaia di migliaia di persone non solo al buio ma anche senza la possibilità di utilizzare l’acqua calda, le caldaie per i termosifoni. E anche chi sta peggio, chi vive già con i gruppi elettrogeni dentro i container fa fatica a scaldarsi. I terremotati che hanno scelto le roulotte sono al freddo, nonostante coperte e giubbotti portati dalla protezione civile. La gente, quella comune, quella semplice, chiede come fanno a vivere in Siberia e a essere organizzati, o come si vive sulle Alpi, dove la neve vuol dire prosperità, ricchezza, economia. Terna ha lavorato per ore per sostituire i manicotti dei tralicci che si erano ghiacciati e per questo hanno causato il calo dell’alta tensione. Situazioni di estrema emergenza, tanto che in Abruzzo per la giornata di oggi è previsto l’intervento dell’esercito.



Un video, diventato virale su Facebook, mostra una persona che dalla motoslitta si tuffa nella neve. Scompare, come in un tuffo in alto mare. Paesi della collina teramana sono sepolti, a malapena si riesce a leggere il cartello di ingresso al paese. Ad Atri, dodici chilometri dal mare Adriatico, in provincia di Teramo, isolati da 24 ore, anche l’ospedale è in emergenza con i generatori alla fase terminale. Teramo è la provincia più colpita ma anche nel Reatino si soffre e molto. Bufera di neve ad Amatrice e in tutte le zone colpite dal terremoto. Molti animali sono morti, animali che vivevano in stalle rimesse in piedi alla meno peggio dopo i crolli dovuti al terremoto. Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, nonostante la situazione critica rimane positivo e determinato. Nella notte e in mattinata è mancata l’energia elettrica in molte frazioni di Amatrice e in tanti altri paesi di Lazio e Marche. “La situazione è nella norma — ha detto Pirozzi — c’è la neve, e questa non è una novità, come non è una novità la corrente che viene e che va. Bisognerebbe chiedersi come mai, dopo l’ennesimo anno in cui si verificano queste cose, non si investe nelle reti, ma questa è un’altra storia. Al momento la situazione è sotto controllo”.



Nell’insieme si guarda la drammaticità della situazione ma nel particolare si potrebbero scrivere storie toccanti, altre disperate, altre senza senso. A Teramo operatori del 118, coadiuvati dai vigili del fuoco, si sono fatti in quattro per riuscire a portare un gruppo elettrogeno a una donna, malata di Sla, e garantire a lei di poter rimanere attaccata a quei macchinari che le consentono di respirare, di vivere. 

E davanti a ciò diventano senza senso le proteste di chi si lamenta che lo spazzaneve ha ammucchiato la neve ai bordi della strada e adesso, senza pensare di spalare da solo un piccolo spazio, non riesce a far uscire la propria auto. Ma c’è anche chi protesta per la mancanza di energia elettrica solo perché non ha più il wi-fi o non può utilizzare il cellulare che, nel frattempo, si è scaricato. Segnali di un’era moderna che non sa più vivere con la semplicità del secolo scorso. I problemi sono ben altri. “Capisco i disagi. Le necessità. La viabilità e quanto altro. Ma rimanere senza luce con una bimba in casa che necessita di farmaci che vanno conservati in frigorifero, una dose mensile che non può essere rimpiazzata, avendo una malattia rara, mi dispiace non ci sto”, scriveva ieri una mamma che vive in una frazione di Castellalto, piccolo paese di collina sepolto dalla neve.

Adesso tutti sperano nell’esercito, nelle turbine che sarebbero in arrivo, negli spazzaneve che il Trentino ha promesso di prestare. Scesa la notte regna il silenzio, quasi surreale, che porta a pensare, a riflettere. Una vita più lenta, più calma e tranquilla, a cui forse in troppi si sono disabituati. Se per un attimo non si pensa a chi è in difficoltà, ai disagi, quelli veri, si riscopre il ritrovarsi in famiglia, il dialogo, i racconti degli anziani che paragonano quanto accaduto in queste ore con il passato. Ma non è un discorso per tutti. Purtroppo.