Il video circolato negli scorsi giorni che inquadrava Vincent Lambert nell’espressione di dolore sul letto d’ospedale prima della distacco di idratazione e alimentazione (poi riprese dopo l’intervento dei giudici, ndr), ha portato ad una decisione molto dura e che acuisce lo scontro non solo politico che divide la Francia: la moglie del 42enne tetraplegico, Rachel Lambert, ha denunciato i genitori proprio per la diffusione del video dove si ode la voce di mamma Viviane che ripete a Vincent «non ti preoccupare, non ti abbandoniamo». «Questo video non avrebbe mai dovuto essere girato», ha invece dichiarato Francis Fossier, avvocato difensore della moglie di Vincent Lambert. Intanto torna a parlare anche il Vaticano attraverso una dichiarazione congiunta del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e la Pontificia Accademia per la Vita sul caso Lambert: «In relazione alla triste vicenda del signor Vincent Lambert, desideriamo ribadire la grave violazione della dignità della persona, che l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione comportano», scrivono il Cardinale Kevin Farrell e Mons. Vincenzo Paglia che chiedono con tutta la Chiesa che «possano essere trovate al più presto soluzioni efficaci alla tutela per tutelare la vita del signor Lambert». Per l’Accademia in difesa della Vita, l’alimentazione ad un malato non è ostinazione terapeutica «sono una forma di cura essenziale sempre proporzionata al mantenimento in vita alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica, finché l’organismo della persona è in grado di assorbire nutrizione e idratazione, a meno che non provochi sofferenze intollerabili o risulti dannosa per il paziente».
VINCENT LAMBERT, LA SVOLTA DEI GIUDICI
Un po’ Eluana Englaro e un po’ Charlie Gard, o più semplicemente, Vincent Lambert e la sua famiglia: il caso che sta sconvolgendo la Francia vede contrapposti la moglie, Rachel Lambert, e i genitori ferventi cattolici che da tempo si impegnano per chiedere a medici e giudici di non staccare idratazione e alimentazione al loro amato 42enne che dal 2008 è gravemente disabile (tetraplegico, ndr) a seguito di un incidente stradale. Attenzione, non c’è alcun macchinario-spina da staccare come erroneamente viene raccontato da molti media in questi giorni: non è malato, non è in fase terminale, non è in coma, non è in morte cerebrale. Vincent non è attaccato a macchinari. A differenza del piccolo Charlie Gard e più similmente al caso di Eluana, Vincent comprende molto bene cosa significa il gesto che i medici ieri avevano cominciato ad effettuare, ovvero la sospensione di cibo e acqua per la decisione ultima dei medici dopo oltre 10 anni di scontri e appelli con moglie e suoceri contrapposti. Poi però ieri sera la svolta incredibile.
L’APPELLO DEL PAPA SUL CASO VINCENT LAMBERT
La Corte d’Appello di Parigi ha immediatamente ordinato la ripresa dei trattamenti e lo stop all’eutanasia che era ormai posta in atto: Vincent Lambert rimarrà idratato e alimentato fino a che un comitato dell’Onu valuterà il caso a seguito di uno dei tantissimi ricorsi presentati dai genitori Pierre e Viviane. La moglie, il nipote e i sei fratelli avevano accettato la decisione dei dottori: «Lo stanno uccidendo, senza averci detto nulla, sono dei mostri», avevano gridato ieri mamma e papà di Vincent, contro quel capo dell’unità per pazienti cerebrolesi dell’ospedale di Reims – Vincent Sanchez – che aveva preso la decisione finale. Ora però è cambiato tutto: «E’ una grande vittoria – ha sottolineato l’avvocato Jean Paillot. – La Francia è obbligata ad applicare le disposizioni della convenzione internazionale!». il 3 maggio scorso nell’ultimo disperato tentativo, i genitori Lambert avevano fatto appello al Comitato internazionale per i diritti dei disabili delle Nazioni Unite: in un primo momento il tribunale francese aveva respinto l’istanza richiesto allo stato di Francia per l’attesa di 6 mesi prima dell’esame del comitato, ma la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione. «Preghiamo per quanti vivono in stato di grave infermità. Custodiamo sempre la vita, dono di Dio, dall’inizio alla fine naturale. Non cediamo alla cultura dello scarto», le parole dette ieri da Papa Francesco, pur senza nominare Vincent Lambert, possono avere smosso l’ultima coscienza dei giudici che hanno così deciso di rimandare la decisione e attendere l’intervento del Comitato Onu.