Il gorgo nero della depressione. Un marito che ti abbandona. La solitudine e la vergogna. Il senso di colpa. La giovane madre di Castenaso, vicino a Bologna, ha segnato tristemente le riflessioni di questa giornata. Erika ha ucciso due figli, Arianna di 5 e Alessio di 6 anni, a coltellate, nel loro letto, poi si è buttata dalla finestra. Un anno fa il marito l’aveva lasciata. Ma nessuno dei commossi testimoni della prima ora, raggiunti dai cronisti, ha raccontato di aver capito l’inferno in cui questa donna, Erika, era caduta. Come a volte accade in questi casi, ci si dispera ora e sicuramente distrutto è il suo ex marito, contro il quale è rivolta la violenza omicida sui figli, frutto di un amore finito. Erika ha lasciato un biglietto in cui spiega il gesto ai suoi cari.

Il disagio che assale tutti noi, al solo apprendere questa storia, riguarda proprio l’abbandono in cui una donna, soprattutto una donna, può trovarsi in queste situazioni. Visto che ormai le coppie e le famiglie reggono poco, perché non ci si preoccupa di un’assistenza psicologica verso chi passa da questa esperienza? Oltre al magistrato che costringe giustamente il marito a dare alimenti, non dovrebbe la giustizia pensare anche all’impatto psicologico di una separazione? Soprattutto quando ci sono di mezzo dei figli?

 

A volte sembra che la nostra cultura borghese di società permissiva, politicamente corretta, sia poi spietata nella pratica. Mi immagino quanti abbiano detto, o fatto capire ad Erika, in questi mesi che era poco moderno arrabbiarsi col marito, che era più giusto concludere la relazione, che se lui non ti ama meglio così.

Sarebbe bello nascesse un ordine monastico moderno, magari femminile, o anche solo un gruppo di volontariato che si dedicasse alle donne del 2000. Donne che devono lavorare per essere moderne, che devono sopportare l’abbandono, che devono tenere insieme ciò che è rimasto di una famiglia che non c’è più. Ci vorrebbe un Don Bosco di oggi che salvasse queste donne dall’inferno della loro finta emancipazione così come il vero Don Bosco salvò i bambini sfruttati dal capitalismo di metà Ottocento. Una nuova Madre Teresa che si dedichi alle ultime delle ultime.