Chi non conosce il mercato di San Lorenzo a Firenze? Ieri è stato teatro di un giorno, come si dice nel giornalismo che si ripete sempre, di ordinaria follia. Un cinquantenne italiano, Gianluca Casseri, ha ucciso due commercianti ambulanti di colore, senegalesi, e quindi ne ha feriti altri, e questo è accaduto in Piazza Dalmazia, dove ci sono delle bancarelle. Dopo, si è allontanato e con la sua macchina si è recato in un altro mercato, quello appunto di San Lorenzo, dove, forse perché circondato dalle forze dell’ordine, si è tolto la vita. Simpatizzante di estrema destra, aveva scritto libri di fantasy. Secondo i primi racconti, avrebbe aperto il fuoco probabilmente senza discussioni, senza neanche aver parlato con le sue vittime. I senegalesi di Firenze si sono ribellati, improvvisando subito un corteo e una manifestazione, con momenti di grande tensione.
Se le notizie fossero confermate, ci troveremmo di fronte ad un altro episodio di folle violenza che si scatena e che cerca di indirizzarsi su un nemico simbolico. Quando Casseri spara, è evidente che cerca di colpire persone di colore, che per lui sono solo simboli. Espressioni di un nemico, un diverso che diventa capro espiatorio. Toglie il fiato a pensare a quale maledetta logica pervada in questo momento la nostra società, la nostra convivenza. Purtroppo è già accaduto nella storia. Il clima avvelenato della grande crisi economica si fa sentire proprio a questo livello. La caduta del Governo Berlusconi ha paradossalmente acuito questa sensazione: manca un nemico riconoscibile. Ed ecco dunque dare libero sfogo alle peggiori dietrologie.
Persino la legittima indignazione contro la classe politica rischia di diventare un folle demagogico linciaggio di tutti i parlamentari, persino la Chiesa (che non pagherebbe le tasse!) entra in questo perverso meccanismo, e spesso in qualche dialogo, anche tra persone istruite, in queste settimane molti citano gli ebrei come responsabili della speculazione internazionale che si abbatte anche sull’Italia. Ma in prima fila nella caccia al nemico, ai tempi di questa terribile crisi economica, sono per forza di cosa gli extracomunitari. Gli stranieri.
L’episodio fiorentino di ieri è terribilmente eloquente. Il nemico è il venditore ambulante di colore, che vive magari da dieci o vent’anni nel nostro Paese. Così come erano nemici meritevoli di una terribile e mortale vendetta i rom del campo nomadi di Torino, che pochi giorni fa è stato messo a fuoco, sulla base della bugia di una ragazza.
Persino l’episodio di Liegi in Belgio, del pazzo che ha tirato bombe in piazza contro la folla, 3 morti e 75 feriti, potrebbe rientrare in questo clima europeo di grande tensione, di grande avvelenamento sociale, in cui si scatenano le menti dei malati, dei più deboli. La caccia al nemico è un riflesso barbaro, emotivo, di una società che razionalmente predica la cattiveria e i difetti degli altri e invita poco a guardare i propri. Beato il mondo in cui i malati di mente vengono curati e in cui i poteri di controllo, a cominciare da noi operatori dei mass media, esercitano il proprio dovere con misura e responsabilità.