Che cosa accade alle coppie del nostro Paese? In particolare ai rappresentanti del cosiddetto sesso forte, ai mariti, ai compagni, ai padri? È ormai da qualche giorno che siamo tutti in apprensione per le due gemelline Alessia e Livia, 6 anni, figlie di Matthias Scheep, il padre che si è suicidato gettandosi sotto un treno a Cerignola, in provincia di Foggia, lo scorso 3 febbraio. Matthias, che viveva fra la Svizzera e l’Italia, ha lasciato testamento, motivando il suo gesto contro l’ex moglie Irina. Le bambine, che erano con lui, sono sparite. L’ultima volta sono state viste su un traghetto fra la Francia e la Corsica. Sono state forse affidate a qualcuno? Sono in un luogo segreto?

Per ora le ricerche non hanno dato alcun esito. Alessia e Livia parlano bene italiano e francese, e sanno a memoria il numero del telefono della loro casa a Losanna. Ma non hanno chiamato. Spaventa tutti l’idea di quella fuga del padre, di un uomo che non aveva mai accettato la separazione.

Ieri a Bologna un altro tragico episodio. Un uomo si è suicidato dopo aver ucciso madre e figlio. Era già stato arrestato per stalking. Gli episodi di violenza sono sempre più numerosi. Ieri ne ha parlato anche il presidente del Tribunale dei Minorenni di Milano, Mario Zevola, che ha detto: “Non si tratta di una novità ma manifestazioni così forti preoccupano per la loro ricorrenza. È un problema soprattutto di educazione. La società si è modificata e c’è una concentrazione di attenzione su di sé più che sul prossimo”. E ha concluso: “Quello che bisogna fare è riuscire ad evitare che i bambini siano coinvolti, ma è un problema di coscienza che dovrebbero avvertire i genitori”.

 

Concentrati su di noi, sul nostro ego, magari ferito, noi padri ed ex mariti diventiamo mostri in quella che era casa nostra: uccidiamo figlie e figli, ex compagne, ex mogli… Incapaci di gestire la frustrazione, capricciosi fino al delitto, di fronte alla vita. Fa effetto leggere queste storie estreme di cronaca nera che però sono la punta dell’iceberg di un atteggiamento tanto diffuso, anche nella vita cosiddetta normale. Quanto dolore costa, anche socialmente, la mancata tenuta della famiglia e com’è vero che manca l’educazione al rispetto dell’altro! E quanta difficoltà crea non avere chiaro che l’amore più grande è gratuito, gratis, non vuole niente in cambio.

 

Voler bene ai fiori non vuol dire tagliarli, dice la giovanissima Girolama al Miguel Manara, don Giovanni storico, che si era macchiato di omicidi, nella stupenda opera teatrale di Milosz. Amare non è avere, non è possedere, non è uccidere. Troppo spesso accade di vedere avverarsi l’esatto contrario.