IL MINISTRO CROSETTO RISPONDE A TONO A FRANCIA E POLONIA: “NON PARLINO PER LA NATO, NIENTE INVIO DI TRUPPE IN UCRAINA”
Rispondere direttamente a Francia e Polonia ristabilendo la priorità della NATO che è garanzia di difesa e non di attacco bellico: così il Ministro della Difesa Guido Crosetto in una lunga intervista a “La Stampa” commenta le forti pressioni in seno all’Alleanza Atlantica in merito alla possibilità di avere nel prossimo futuro eserciti occidentali contro la Russia di Putin. Alle parole di qualche settimana fa del Presidente francese Emmanuel Macron sulla possibilità di un invio di truppe NATO in Ucraina, ha fatto da ulteriore campanello d’allarme in Occidente la posizione della Polonia di Tusk pronta ad accettare la proposta della Francia, plaudendo all’iniziativa: «La presenza delle forze Nato in Ucraina non è impensabile. Apprezzo l’iniziativa del Presidente francese Emmanuel Macron, perché è Putin ad avere paura, non noi ad avere paura di Putin», ha detto il ministro degli Esteri Radek Sikorski durante una conferenza sulla Nato al Parlamento polacco.
«Francia e Polonia non possono parlare a nome della Nato che fin dall’inizio è stata formalmente e volontariamente tenuta fuori dal conflitto», così il Ministro Crosetto replica alle mosse di Parigi e Varsavia, puntando più sulla posizione degli Usa e del Regno Unito di Sunak che ancora ieri ribadiva il secco no all’invio di truppe anche per addestramento, «bisogna evitare di creare obbiettivi evidenti per Putin». Per il titolare della Difesa del Governo Meloni, portare truppe a Kiev «significa fare un passo verso una escalation a senso unico che cancellerebbe la strada della diplomazia. Non ha senso porre ora, dopo due anni di guerra, questo ragionamento». Certo, Crosetto riconosce che l’Ucraina è in forte difficoltà dopo il fallimento quasi totale della controffensiva a due anni dall’inizio della guerra, ma occorre ragione su altri fronti secondo il Ministro FdI: innanzitutto, «la conversione della Russia in un’economia di guerra, la rende più agile della Nato nella produzione di armi. L’occidente ha scoperto di avere una capacità produttiva molto inferiore rispetto a quella russa e ha bisogno di tempo per invertire la rotta».
CROSETTO SULLO SCANDALO DOSSIERAGGIO: “HO LA MIA IDEA E…”
Occorre in definitiva continuare a dare tutto il sostegno possibile all’Ucraina, spiega ancora Crosetto a “La Stampa”, ma occorre capire come aiutarli a «riconquistare libertà, territorio e sicurezza anche in altro modo. Bisogna attivare con maggior forza le vie diplomatiche». L’appello di Crosetto insomma non va molto lontano da quanto ragionato in queste ore da Papa Francesco dopo l’intervista “tonante” alla RSI svizzera: per il Ministro della Difesa, ad oggi si sta muovendo il Presidente turco Erdogan per offrire un ruolo di mediazione incontrando Zelenky, «mi auguro che su quel tavolo si possano fare passi avanti» anche in ambito europeo.
Dopo aver risposto con altrettanta chiarezza sugli obiettivi della missione Aspides nel Mar Rosso contro gli Houthi – «mandato chiaro del Parlamento, può rispondere agli attacchi, non può attaccare. Non ci sono i requisiti costituzionali perché possa cambiare la natura della nostra missione militare» – il Ministro della Difesa riflette sull’altro caso politico del momento, questo invece tutto italiano: in merito allo scandalo dossieraggio, nato proprio da una segnalazione di Crosetto mesi fa alle autorità competenti, il fondatore FdI riflette: «mi sono fatto un’idea e spero che emerga dal lavoro di Cantone ma non la esporrò ora». Il Ministro racconta di vedere una forte agitazione diffusa, e non parla degli indagati diretti dell’inchiesta: «In questi mesi sono stato attaccato con veline e articoli. Hanno cercato di spaventarmi e delegittimarmi. Penso come Nordio, che sia necessaria per ricostruire la credibilità delle istituzioni e per consentire al Parlamento di lavorare sugli strumenti legislativi con cui impedire altri abusi in futuro». Per il momento però portare alla luce una Commissione parlamentare sul caso dossieraggio sarebbe troppo prematuro, in quanto «Ora c’è l’indagine che sta portando avanti Cantone e l’idea di una commissione non deve depotenziarla ne’ fermare il lavoro già iniziato da Copasir e Antimafia».