Dopo la notizia del drone abbattuto dalla nave Duilio, Guido Crosetto torna a rilanciare la proposta di una Difesa europea. Oltre a definire «gli attacchi terroristici degli Houthi» una «grave violazione del diritto internazionale e un attentato alle sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia», il ministro della Difesa ritiene che siano «parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri». Tutto ciò conferma la sua convinzione che sia necessario cambiare l’idea di difesa. Ne parla al Corriere della Sera, ai cui microfoni si sofferma sulla tensione in Medio Oriente. «Hamas va sradicata ma il popolo palestinese va protetto. Purtroppo, però non siamo solo noi a decidere. Io mi scandalizzo per i morti civili delle bombe israeliane come per quelli causati dalle bombe di Putin. Altri invece fanno finta di non vedere le armi e i bombardamenti dei russi».



Tornando alla missione contro gli Houthi in Mar Rosso, Crosetto ricorda che l’Italia non è lì per azioni di guerra, del resto non si può per Costituzione, ma per difendere le nostre navi. Invece, l’accordo tra la premier Giorgia Meloni e il presidente Volodymyr Zelensky è «di principio, senza dettagli» per un motivo preciso: «A differenza di altri Paesi che li hanno già stabiliti, noi dovremo passare attraverso meccanismi di finanziamento, innanzitutto parlamentari». La necessità di lavorare per la pace, aggiunge il ministro della Difesa, non mette in discussione il principio che «i confini sono sacri e il diritto internazionale va difeso. Vanno ripristinati paletti di convivenza civile e democratica».



“SERVE DIFESA SOLIDA, ITALIA DA SOLA NON PUÒ FARCELA”

Per quanto riguarda l’autonomia dell’Italia nella Nato, per Guido Crosetto «dovrebbe averla», soprattutto alla luce del fatto che negli Stati Uniti sta crescendo il desiderio di un disimpegno dall’aiuto a chi non si è attivato per la costruzione di una difesa nazionale adeguata. A tal proposito, il ministro della Difesa al Corriere della Sera precisa che l’Italia, come altre nazioni, «non può farcela a difendersi da sola». Inoltre, ammette l’inadempienza dell’Italia riguardo il contributo col 2% del Pil italiano. «Però purtroppo il mondo è cambiato repentinamente. Abbiamo pensato che l’investimento in Difesa non fosse necessario, che le forze armate servissero solo per salvataggi, una sorta di protezione civile 4.0. Tanto c’era l’America».



Per Crosetto bisognerebbe coordinarsi con gli alleati, a partire dall’Europa, organizzando forze e addestramenti comuni. «Purtroppo siamo tra gli ultimi a capire la necessità di avere una Difesa solida. Paghiamo un retaggio culturale, un “antimilitarismo” diffuso. E invece è in pace che un esercito va rafforzato, in ogni modo, con nuove tecnologie e figure professionali». Eppure, ci sono tante resistenze.

DAL CASO VANNACCI ALLA SCONFITTA IN SARDEGNA

Per quanto riguarda il caso Vannacci, Crosetto ricorda che da militare deve rispettare le regole che sono diverse da quelle per i civili e rimarcato che la sospensione non era la decisione più dura tra quelle che potevano essere prese. «Il rispetto delle regole è ciò che preserva l’organizzazione militare. Nessun civile lo sa ma lui, Vannacci, lo sa perfettamente». Sulla sconfitta del centrodestra in Sardegna, il ministro riconosce che Truzzu «ha perso nella sua città, ha fatto una valutazione errata della propria forza», ma anche «la presunzione che ci ha fatto scegliere un candidato senza tenere conto del sentiment della sua città».

Dunque, lancia un messaggio alla maggioranza, spiegando che gli spiace quando «non capisce che deve essere unita, che non si va avanti con dispetti reciproci». Infine, Crosetto rassicura riguardo le sue condizioni di salute: «Sto bene. Sono un habitué dei problemi di cuore, mi dicono di fare una vita tranquilla, ma facendo il ministro in un momento come questo… L’unica soluzione sarebbe dimettermi (ride, ndr). Ci penso talvolta, perché mi manca la vita di prima. Mantengo sempre un distacco totale dal potere pro tempore e non mi costerebbe lasciarlo».