LA GUERRA IN UCRAINA E COME CAMBIERÀ CON L’ARRIVO DI TRUMP: PARLA IL MINISTRO CROSETTO

Con la probabile vittoria di Donald Trump alle Presidenziali Usa 2024 potrebbe cambiare e molto la linea dell’Occidente in merito alla guerra in Ucraina: ne è convinto il Ministro della Difesa Guido Crosetto, intervistato oggi da “La Stampa” in merito agli scenari imminenti di politica internazionale (e non solo) sulle guerre in atto e sul comportamento che terrà la nuova NATO di Mark Rutte dopo l’insediamento ad ottobre al posto dell’uscente Jens Stoltenberg (col quale è in corso un durissimo scontro proprio con il Governo italiano).



«Dobbiamo tenere conto del possibile cambiamento della posizione americana»: come del resto ha già fatto intendere lo stesso Trump nel colloquio con Zelensky, la guerra in Ucraina potrebbe essere chiusa molto presto in caso di vittoria del tycoon repubblicano a novembre. Crosetto dunque sottolinea come il ruolo Usa, come sempre centrale nella NATO, impone al resto dell’Occidente di muoversi per tempo: «come al solito in Europa e nella NATO i problemi non vengono gestiti prima che nascano ma solo dopo che sono esplosi». La lettura che dà il Ministro in quota FdI è che con Trump alla guida della Casa Bianca, si cercherà i ottenere la pace riprendendo un dialogo di fatto personale con Putin, così da «chiudere in fretta». Secondo Crosetto questo porterà ad immediati problemi, al netto della fine della guerra che è sempre un elemento positivo di per sé: «se il diritto internazionale viene messo da parte, prevale il diritto del più forte». Questo è il rischio che intravede il Ministro della Difesa davanti a scelte, dall’Ucraina al Medio Oriente, dove in forza di un cessate il fuoco si spinge per “cristallizzare” i confini dopo le avanzate dei rispettivi eserciti.



SCONTRO CROSETTO-STOLTENBERG: COS’È SUCCESSO SUL RUOLO NATO PER IL SUD EUROPA (E QUALI RIPERCUSSIONI)

Secondo il Ministro Crosetto con Trump in sella agli Stati Uniti cambierà la linea sull’Ucraina ma in generale cambierà anche il tema degli aiuti NATO per quegli Stati che non rispettano il raggiungimento del 2% di spesa PIL in ambito militare-difesa. Di fatto già il Presidente Obama nel 2009 aveva minacciato i vari Alleati sull’ipotesi di difendersi da soli in caso di attacchi, se non avessero rispettato gli obblighi di spesa, e Trump promette di farlo con molta più forza: per questo, spiega Crosetto, «chi giudica sbagliati gli investimenti nella Difesa, vuole dire che pensa che l’Italia non debba difendersi ma mettersi nelle mani di altri rinunciando alla sua sovranità».



Dall’intervista a “La Stampa” emerge però con chiarezza un forte scontro con il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, reo di aver affidato al diplomatico spagnolo Javier Colomina il ruolo di inviato per il Fronte Sud: per quel delicato impegno era stata l’Italia a battersi da tempo per convincere la NATO della necessità di porre attenzione agli scenari in Africa da qui ai prossimi 20-30 anni, e il Governo Meloni ipotizzava che proprio per questo il primo incaricato sul Fronte Sud potesse essere italiano. Così non è stato e il Ministro Crosetto non utilizza mezzi termini per definire l’operato di Stoltenberg: «Gli ho scritto un messaggio durissimo. Mi ha fatto infuriare e ci saranno conseguenze sul piano dei rapporti personali». È un affronto personale, in primo luogo secondo il Ministro, ma è anche un tradimento di un principio: «era l’Italia a essersi battuta per introdurre il ruolo di inviato per il Fronte Sud. E al summit di Washington 32 leader ci hanno dato ragione».

Nei prossimi anni ci saranno quasi 3 miliardi di persone in Africa che porranno il vero tema chiave per la NATO in quanto rischiano di essere alla mercé di chi ha da tempo iniziato ad occupare militarmente, politicamente e tecnologicamente il Continente Nero, ovvero Russia e Cina: questo il rischio denunciato dal Governo Meloni in sede NATO in tutti gli ultimi summit, ma Stoltenberg «non voleva nominare un rappresentante a Sud. Ha dovuto metterlo nella risoluzione perché lo voleva l’Italia e così si è vendicato, dando il ruolo a uno spagnolo». Per Crosetto il comportamento del segretario generale uscente della NATO è stato pessimo ma è lui l’unico “problema” e non vi saranno ripercussioni con la nuova linea Rutte: «È lui l’unico responsabile, lui ha scelto la persona per quel ruolo, basandosi su criteri opachi e logiche burocratiche interne», attacca ancora il Ministro contro il leader norvegese. Tra il “caso Colomina” e le varie nomine che in queste settimane Stoltenberg ha rilanciato sulla NATO, secondo il titolare della Difesa il segretario si sarebbe macchiato del «peggior nepotismo» mai visto in sede internazionale. L’augurio di Crosetto è che la prossima reggenza nell’Alleanza al via da ottobre 2024 possa fare dietrofront alle logiche di Stoltenberg, premiando anche l’Italia in quel ruolo a Sud su cui molto si è speso questo Governo per l’attenzione che meritano scenari imprevedibili come quelli africani.