Scontro verbale, seppure con toni calmierati e nel pieno rispetto reciproco, tra Guido Crosetto, imprenditore e fondatore di Fratelli d’Italia, e Gianfranco Librandi, rappresentante del partito politico “Italia Viva”. Quest’ultimo ha innanzitutto raccontato come nella serata di ieri sia stato allontanato da un ristorante, in quanto non aveva con sé il Green Pass, scordato a casa: “Mi ha fatto piacere vedere che ci siano controlli rigidi e severi su quest’aspetto, molto importante. Manca un tot per raggiungere la quota desiderata di vaccinati in Italia? Pensiamo a un incentivo, dando 500 euro a coloro che si vaccinano”.
Una proposta che il giornalista de “La Verità”, Martino Cervo, non ha escluso, sottolineando però che l’Italia a ieri ha somministrato una dose almeno al 78% dei vaccinati, statistica nettamente al di sopra della media Ue. Gli ha fatto eco Crosetto: “Molto spesso il virus prende in contropiede anche chi ha sviluppato il vaccino, in quanto con le mutazioni la situazione si complica. L’allungamento del Green Pass è una cosa, però, tra virgolette, più lassista rispetto alla guerra ipotetica contro il virus. Rischiamo di avere uno strumento che marginalizza le persone che hanno rispettato tutte le regole e hanno avuto intoppi burocratici Mi pongo il problema della libertà di queste persone. Qualcuno in Parlamento, questa discussione dovrà farla, senza ideologie”.
LIBRANDI: “CHI NON HA IL GREEN PASS NON POTRÀ LAVORARE”
Successivamente, ha ripreso la parola Librandi, il quale ha spiegato che nella sua azienda, ben presto, soltanto chi esibirà la certificazione verde potrà lavorare. “Chi non ha fatto il Green Pass non potrà prestare il proprio servizio fino a quando non sarà raggiunta l’immunità di gregge e non saremo liberi da questo virus. Non è giusto rovinare l’integrità di un’azienda soltanto per un individuo che non si è vaccinato. Sono favorevole all’obbligo vaccinale”.
Parole forti, che rivendicano anche la necessità di fare maggior chiarezza a livello nazionale con regole precise e definite, onde evitare iniziative personali e allineare l’intero Paese su una tematica tanto divisiva quanto fondamentale.