Il Ministro della Difesa Guido Crosetto vuole riformare l’esercito italiano. L’intenzione, come riportato da Repubblica, è stata avanzata nelle scorse ore di fronte al Parlamento. “Se non ci fosse stata la guerra in Ucraina non ci saremmo posti il problema. Oggi bisogna tornare a prepararsi per il peggiore scenario possibile”, ha affermato. È in virtù di ciò che anche i fondi per il settore andranno aumentati. “Il 2% del PIL fissato dalla Nato è ormai soltanto il punto di partenza, in futuro sarà pure difficile raggiungerlo”.
È per questo motivo che nelle scorse settimane c’è stata un’analisi della situazione attuale. “Quando ho chiesto di conoscere la preparazione delle forze, ho trovato l’Aeronautica in buone condizioni, la Marina in una situazione abbastanza buona ma l’Esercito era tutto rosso, con gravi carenze accumulate negli scorsi anni. Le disposizioni Nato ci chiedono di schierare tre brigate ma non abbiamo i mezzi corazzati. In assenza di finanziamenti li abbiamo cannibalizzati, abbiamo tolto i pezzi da centinaia di veicoli e pure dagli aerei per far funzionare gli altri”, ha rivelato l’esponente del Governo di Giorgia Meloni.
Crosetto vuole riformare esercito italiano: gli obiettivi
Il lavoro da fare per riformare l’esercito italiano, secondo Guido Crosetto, è dunque tanto. I primi obiettivi sono l’addestramento dei militari e la manutenzione dei mezzi a disposizione. La sensazione è che i cambiamenti saranno importanti. “Rispetto al 2012 quando, tutti d’accordo, decidemmo di ridurre il numero dei militari, ora abbiamo davanti ben altro. Pensavamo di avere superato la fase in cui le forze armate dovevano svolgere il compito previsto dalla Costituzione ossia la difesa del Paese e fosse opportuno orientarci verso una sorta di Protezione civile 4.0. Il cambio di paradigma imposto dall’invasione russa ha colto tutti di sorpresa: la parte militare, industriale e tecnologica”, ha sottolineato.
L’organico andrà innanzitutto ringiovanito. Oggi solo un terzo dei membri dell’Esercito ha meno di 30 anni e i piani per aumentare la quota di giovani non riescono a decollare. Ma non solo. È necessario anche un rinnovamento. Le forze italiane infatti sono carenti di quelle figure di ultima generazione che possono contribuire a conflitti diversi da quelli tradizionali, come hacker ed esperti di intelligenza artificiale.