Il caso Palamara ma non solo, clima rovente nel Csm. Protagonisti delle cronache nelle ultime ore Magistratura democratica e Piercamillo Davigo: la corrente di sinistra dei giudici si è scagliata contro il pubblico ministero di Mani pulite. Il motivo? Quest’ultimo non ha alcuna intenzione di andare in pensione. Il prossimo 20 ottobre Davigo compirà 70 anni, età che coincide con il pensionamento come previsto dalle regole sull’anzianità delle toghe approvate dal Governo Renzi. Ma il presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di Cassazione non ci pensa nemmeno a levare le tende e si affida a un “cavillo”: come evidenziato da Il Fatto Quotidiano, la Costituzione ed una legge del 1958 prevedono che i componenti eletti nel Consiglio possano restare in carica quattro anni e non possano più essere eletti subito dopo. Nessuna decadenza legata alla pensione, dunque…
CAOS CSM, MAGISTRATURA DEMOCRATICA VS DAVIGO
Come messo in risalto da Il Giornale, la decadenza scatta per altre situazioni: dalle condanne penali alle attività incompatibili, passando per le gravi sanzioni disciplinari. E il caso di Piercamillo Davigo non rientra in queste casistiche. Ma la tensione al Csm è altissima. A conferma di ciò il vibrante editoriale di Nello Rossi, “leader” di Magistratura democratica, sulle pagine di Questione giustizia: «Davvero si pensa che Piercamillo Davigo possa rimanere in carica al Consiglio Superiore anche quando non sarà più magistrato? […] L’ibrido di un ‘non più magistrato’ che continua a esercitare le funzioni di componente togato dell’organo di governo autonomo della magistratura non risulterebbe giuridicamente insostenibile e foriero di squilibri e contraddizioni nella vita dell’istituzione consiliare?». Attese novità a stretto giro di posta…