Area alla Presidenza, Unicost alla vicepresidenza, Autonomia&Indipendenza (Davigo, ndr) si conquista il ruolo di vicesegretario con Cesare Bonamartini: questi i nuovi equilibri interni all’Associazione Nazionale Magistrati dopo la cacciata di Grasso e l’uscita di Magistratura Indipendente dal ruolo di comando all’interno dell’Anm. Ma secondo il neo Presidente eletto Luca Poniz, non sarà un problema di correnti ma anzi bisognerà insistere per superare il concetto di scontro interno ai magistrati: «La magistratura deve recuperare la fiducia dei colleghi e soprattutto dei cittadini. Questa è la nostra prima preoccupazione, c’è un problema di carrierismo che è una delle ragioni della degenerazione cui abbiamo assistito e non è coerente con le nostre funzioni. Sono qui per rappresentare tutti. Darò voce a tutti i magistrati, soprattutto alla base. Sono interessato alla voce di tutti. Ci saranno tanti sfoghi comprensibili, non ho paura di ascoltare». Rispetto alla corrente di MI, Poniz ha aggiunto al Direttivo Centrale «dispiaciuto perché abbiamo coltivato a lungo l’idea di una giunta unitaria. Non è un regolamento di conti. Dobbiamo avviare una riflessione politica su quanto accaduto. Quando sarà matura saremo felici di ridisegnare la giunta. Quella parte – ha sottolineato il nuovo n.1 dell’Anm – ha diritto di avere voce in questa associazione che è la casa di tutti i magistrati».
LUCA PONIZ NUOVO PRESIDENTE ANM
Il nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati è Luca Poniz, giusto qualche ora dopo le dimissioni ufficiali presentate al Direttivo Centrale Anm: pm a Milano, iscritto ad Area e storico giudice di Magistratura Democratica. Con la sua elezione, viene confermato il ruolo di segretario Anm a Giuliano Caputo, pubblico ministero a Napoli ed esponente di Unicost. Queste due correnti sono tra quelle che hanno sfiduciato e chiesto la cacciata dello stesso Grasso, come evidenziato dalla lettera di dimissioni del magistrato ex MI: a tali sigle non è bastato il volontario allontanamento di Grasso dal suo gruppo, Magistratura indipendente, la più coinvolta nello scandalo Csm-Lotti-Palamara. Il prestigioso ruolo di vertice Anm, nei mesi in cui cambierà tanto anche il Consiglio Superiore della Magistratura, era parecchio ambito tra le sigle delle cosiddette “toghe rosse”: «Sono molto onorato. È un grande onore ma anche un grande onere. Sono qui per rappresentare tutti. Bisogna andare fino in fondo alla riflessione politica che ci veda onesti e coraggiosi nel riconoscere che alcune cose non sono andate bene. Serve una grande responsabilità politica» ha detto il neoeletto Poniz, già vicepresidente Anm. Secondo il magistrato vi è una «gigantesca questione morale all’interno della magistratura. Il fango non interessa tutti noi, io mi sento estraneo come molti di noi, ma c’è stata una degenerazione delle correnti in carrierismo. Il magistrato deve tornare a fare il suo mestiere. I magistrati sono gli unici a non avere datori di lavoro e non avere padroni. Spero possa continuare ad essere così».
SI È DIMESSO IL PRESIDENTE PASQUALE GRASSO
Dopo le pressioni del direttivo e le richieste esplicite di Area, Unicost e Aei (tre delle correnti della magistratura) il Presidente dell’Anm – Associazione Nazionale Magistrati – Pasquale Grasso si è dimesso dal suo ruolo: lo scandalo Palamara-Lotti e il caos interno al Csm hanno portato alla fine l’ex membro di Magistratura Indipendente (si è autosospeso perché non d’accordo con la decisione di non far sospendere i magistrati protagonisti degli incontri con Luca Lotti e Luca Palamara) hanno portato al logoramento anche dell’Anm con le pressioni del Comitato Direttivo Centrale che alla fine ha portato alle dimissioni di questa mattina di Pasquale Grasso. Il magistrato, preso atto degli interventi dei gruppi all’interno dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha deciso di dare le proprie dimissioni con effetto immediato: «Mi farò da parte se richiesto, non avendo intenzione di invelenire una situazione già molto complicata. Chiedo a tutti, però, una posizione chiara e un’assunzione di responsabilità» aveva detto nel suo discorso di apertura. Vedendo poi la situazione e le richieste delle varie correnti interne, specie appunto Area, Aei e Unicost, Grasso ha preso atto e rassegnato senza ripensamenti le sue dimissioni: «Vi ho ascoltato vi comprendo e ovviamente rassegno le mie dimissioni».
CAOS IN CSM E ANM: LE MOSSE DELLA POLITICA
Non sono mancate però delle stoccate lanciate dallo stesso Grasso alle altre correnti, compresa la “sua” Magistratura Indipendente: «Vi ho ascoltato tutti. Vi comprendo e vi rispetto. Vi rispetto e vi ringrazio. Vi rispetto molto più di quanto abbiate dimostrato di rispettare me. Potrei osservare che le vostre considerazioni hanno deliberatamente trascurato la prospettiva cronologica degli avvenimenti. Potrei dolermi di convenienti fraintendimenti della mia condotta. Vi ho ascoltato e compreso. Ovviamente rassegno le mie dimissioni. Lo faccio serenamente, dicendo no a me stesso. Nel ricordo di un grande intellettuale del passato, che ricordava che i moralisti dicono no agli altri, l’uomo morale dice no a se stesso», avrebbe detto Grasso come riportato dal Fatto Quotidiano. La bufera sul Csm, al netto della scelta del Quirinale di far partire una rivoluzione interna che porti al cambiamento delle regole per le nomine interne al Consiglio, non si placa e la politica col caso Lotti ovviamente si intreccia al caos interno dei magistrati: secondo il Ministro Bonafede serve al più presto una riforma della giustizia che porti ad un «muro che separi la politica dalla magistratura». Molto critico ma interessante il giudizio del giornalista Marco Taradash che in queste ore, dopo le dimissioni di Grasso, ha twittato: «Al di là della coerente ipocrisia dell’#ANM, parlare della “politica” che invade la giustizia è doppiamente da falsari. Uno, avete invaso la “politica” per 25 anni di seguito. Due, oggi non è “la politica”, ma il Pd. Ditelo con chiarezza. Non lo dite perché trafficate con tutti».