Si è tenuta alla Casa Circondariale di Sollicciano, a Firenze, la prima tappa del percorso di ascolto con CSM (Consiglio superiore di magistratura) e CEI (Conferenza episcopale italiana). Il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli vi si è recato con una delegazione di consiglieri laici e togati composta da Daniela Bianchini, Ernesto Carbone, Antonello Cosentino, Eligio Paolini, con il vice segretario generale Gabriele Fiorentino e il consigliere giuridico Fabio Antezza. Insieme al presidente della CEI, il cardinale Matteo Maria Zuppi, hanno fatto visita alle diverse articolazioni del carcere.
Questa prima tappa di un percorso che proseguirà con altre visite agli istituti penitenziari insieme ad esponenti di istituzioni, avvocatura e associazioni della società civile, si è conclusa con un incontro con una delegazione di detenuti in Aula Zuppa. Qui il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli ha ascoltato le loro istanze e spiegato loro che il CSM cercherà di accendere un faro, nell’ambito delle proprie competenze, prestando sempre più attenzione al settore della magistratura di sorveglianza.
PINELLI “PENA DEVE RISULTARE RIEDUCATIVA”
Fabio Pinelli ha concluso il suo intervento citando le parole di Papa Francesco nel 2019 nel carcere di “Regina Coeli”, sottolineando come «alla magistratura di sorveglianza spetti il delicato compito della modulazione dell’esecuzione penale», affinché «la stessa pena possa risultare, in concreto, rieducativa». Il carcere, ha aggiunto Pinelli, «come dice il Pontefice, è luogo di pena nel duplice senso di punizione e di sofferenza, e ha molto bisogno di attenzione e di umanità». In un passaggio del discorso che ha rivolto ai referenti diocesani del cammino sinodale italiano, Papa Francesco nei giorni scorsi ha peraltro ricordato che scontare la pena per un detenuto diventa un’occasione per «cominciare una vita nuova», invitando la comunità cristiana a uscire dai pregiudizi. «Formare dei gruppi sinodali nelle carceri vuol dire mettersi in ascolto di un’umanità ferita, ma, nel contempo, bisognosa di redenzione. Per un detenuto, scontare la pena può diventare occasione per fare esperienza del volto misericordioso di Dio, e così cominciare una vita nuova», ha dichiarato il Santo Padre.