Il caso Palamara ha dato il “là” ad una guerra interna al Csm di difficile previsione e soprattutto dalle pesantissime conseguenze nel vasto (e complicato) mondo della magistratura: le presunte “nomine pilotate” tra Csm e Procura di Roma stanno sollevando un polverone di veloce diffusione e con gli strascichi che oggi hanno raggiunto l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) guidata da Pasquale Grasso (della corrente di Magistratura Indipendente). Una crisi feroce si è aperta all’interno dell’Anm con ben tre correnti che hanno chiesto la convocazione urgente per dirimere il rinnovo della giunta e di conseguenza la possibile sfiducia alla maggioranza di Grasso: il motivo di una escalation così urgente riguarda il documento approvato dalla corrente di Magistratura Indipendente che ha invitati i consiglieri autosospesi dopo lo scandalo delle presunte nomine in procura di rientrare al Csm. A quel punto Area, Unicost e Autonomia e Indipendenza – le correnti più di “sinistra” – hanno chiesto una convocazione urgente della riunione Anm per discutere della giunta stessa guidata da Grasso, leader della corrente “sotto accusa”.



CAOS PROCURE, L’ANM SI SPACCA: PROTESTA AL CSM

Uno scontro interno ai magistrati non nasce certo oggi, con le divisioni e le influenze politiche che inevitabilmente condizionano i rapporti e il “peso” di maggioranza e opposizione interna all’Associazione Nazionale Magistrati e al Consiglio Superiore della Magistratura. «Il documento adottato all’unanimità dall’Assemblea nazionale di Magistratura Indipendente, tenuta a Roma si pone in netta contrapposizione con il documento deliberato dal Comitato Direttivo Centrale dell’Anm ed esclude la possibilità di proseguire l’esperienza dell’attuale Giunta che vede la presenza e la presidenza di Magistratura Indipendente», si legge nel documento che nei fatti sfiducia la giunta guidata da Grasso. Dopo lo scandalo delle Procure, la richiesta ai consiglieri di riprendere la loro attività «crea un incidente istituzionale senza precedenti e potrebbe condurre all’adozione di riforme dell’Organo di autogoverno dal carattere ‘emergenziale’ con il rischio di alterarne il delicato assetto voluto dalla Costituzione a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura senza risolvere i problemi posti dalle gravi recenti vicende», attaccano i responsabili di Area, Unicost e Autonomia e Dipendenza. Motivo possibile della rivolta in Anm è il semplice fatto che con le dimissioni accettate dall’Associazione dei due membri in Csm sarebbero poi stati sostituiti da due magistrati della corrente di Piercamillo Davigo (Autonomia e Indipendenza, ex Mani Pulite).



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