Stanno facendo discutere le nuove osservazioni del Comitato tecnico scientifico (Cts) alle linee guida per le attività produttive che sono state proposte dalle Regioni. Non si indica più il numero massimo di presenze in relazione ai volumi di spazio e ricambio d’aria, ma si richiede che i clienti indossino le mascherine a protezione delle vie respiratorie, tranne quando si mangia e si beve. «Una proposta ridicola», per l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Al Quotidiano Nazionale si è detto «francamente imbarazzato da certe proposte. Non sono per niente d’accordo con un’ipotesi simile, che non ha giustificazioni». Neppure dal punto di vista scientifico. «Misure del genere non hanno nessun senso prima di tutto perché all’interno dei ristoranti sono stati fatti installare sistemi di ricambio d’aria adeguati e poi perché si presume che chi sta al tavolo ci stia con persone con le quali viene in contatto anche prima e dopo la cena». Ancor più contrari sono gli addetti ai lavori, per i quali è praticamente impensabile accogliere persone che a tavola devono abbassare e alzare la mascherina ad ogni boccone.



RISTORATORI VS CTS “RACCOMANDAZIONE ASSURDA”

Per il Comitato tecnico scientifico (Cts), dunque, la mascherina va indossata quando si conversa a tavola. Il punto è che capita spesso di interloquire mentre si consuma il proprio pasto, quindi le strade sono due ed entrambe assurde: limitarsi a chiacchierare quando non si consuma nulla o abbassare-alzare continuamente le mascherine. «Chi vuole andare a cena per togliersi e mettersi la mascherina dopo ogni boccone?», si chiede Aldo Cursano, vicepresidente nazionale di Fipe-Confcommercio e presidente di Confcommercio Toscana, secondo cui questa osservazione del Cts «vuole solo complicare la vita a chi già da un anno e mezzo l’ha stravolta». Per Cursano «non bisogna abbassare la guardia, ma non bisogna neanche farci del male con misure inutili». Il suo auspicio è che il ministero della Salute non avvalli una richiesta del genere. «L’obbligo di mascherina quando il cliente è al tavolo sarebbe una assurdità della quale fare a meno. Il togli e metti e francamente è inapplicabile e facilmente aggirabile: auspichiamo che la proposta venga riponderata dal Cts o dal Ministero», dichiara Claudio Pica, vicepresidente nazionale e presidente di Fiepet Lazio. Infine, invita il Cts, prima di modificare i protocolli, a convocare le categorie per discutere con loro delle proposte anche per valutarne la fattibilità.

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