Il Comitato tecnico scientifico continua a lanciare segnali al governo sulla scuola. Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, durante un intervento a “Studio24”, programma di Rainews24, ha ribadito che gli esperti non hanno mai sostenuto la necessità di chiudere le scuole e ribadito il fatto che si tratti di un luogo sicuro, come peraltro evidenziato ieri dal professor Franco Locatelli, che oltre ad essere presidente del Consiglio superiore di sanità è anche membro del Cts. «È più facile che uno studente risulti contagiato da Covid-19 se non frequenta la scuola e fa didattica a distanza piuttosto che il contrario, il rischio è molto sbilanciato e quindi i ragazzi è meglio mandarli in aula», ha dichiarato Miozzo. Se la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina preme per il ritorno alla didattica in presenza, quindi sulla riapertura delle scuole, seppur con gradualità, Partito democratico e Leu invece frenano. «Decide la scienza», afferma ad esempio Nicola Zingaretti. Ma la scienza ha le idee chiare sul tema, motivo per il quale non si spiega questo assurdo rimpallo.
CTS, MIOZZO SPINGE PER RIAPERTURA SCUOLE
Il Comitato tecnico scientifico smentisce, dunque, di aver sostenuto la chiusura delle scuole. «Da aprile il Cts parla di riaprire in sicurezza per studenti, docenti e personale non docente», ha dichiarato Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, a Rainews24. I rischi non riguardano l’attività scolastica in presenza, ma ciò che accade prima e dopo le lezioni, «quando ci sono gli assembramenti, perché in aula vengono rispettate le norme previste». La questione allora è un’altra. «Purtroppo, scontiamo problemi antichi di una scuola che è sempre stata orfana in Italia, investimenti scarsi e quando arriva un virus che impone un impatto simile siamo impreparati», ha spiegato Miozzo. A proposito della scuola, Miozzo ha quindi chiarito che un’eventuale riapertura incontrerebbe il pieno favore della comunità scientifica italiana. E ha precisato che il Cts si confronta con la comunità scientifica internazionale. «Per le scuole ci siamo confrontati costantemente con l’Oms e altre istituzioni e il parere collegiale è che il rischio tra l’esserci e il non esserci in aula è molto sbilanciato».