La Protezione civile ha avviato la pubblicazione dei verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico del Governo. Si comincia con circa 90 documenti relativi agli incontri tra gennaio e febbraio, quindi non saranno disponibili tutti da oggi. La decisione è di pubblicarli a 45 giorni dalla seduta. «Nei documenti sono state oscurate le generalità e gli altri dati identificativi dei soggetti privati, anche societari, e dei prodotti sanitari di questi ultimi», precisa il Dipartimento. La decisione è stata presa per «contemperare le esigenze di trasparenza con quelle di riservatezza dei terzi». Inoltre, sono stati omessi allegati e documenti sottoposti alle valutazioni del Cts, «in virtù di quanto disposto dall’articolo 5-bis, comma 2, del D. Lgs 33/2013, e tenuto conto dell’alto numero di controinteressati, come previsto dalla Circolare FOIA 1/2019». Da una rapida consultazione dei primi documenti pubblicati emerge che la prima fonte di preoccupazione degli esperti del Cts, riunitisi il 7 febbraio al Ministero della Salute, era la scuola.



VERBALI CTS, IL TIMORE PER LE SCUOLE

L’attenzione era rivolta ai bambini che frequentavano le scuole dell’infanzia, fino alle secondarie di secondo grado, e che provenivano nei 14 giorni precedenti da aree della Cina interessate dall’epidemia di coronavirus. Nella riunione invece del 12 febbraio emerge il nodo dei posti letto negli ospedali e la necessità di verificare la disponibilità per elaborare ipotesi di scenari di evoluzione dell’epidemia. In quell’occasione fu presentato uno studio di Stefano Merler, della Fondazione Bruno Kessler, sugli scenari di diffusione del coronavirus e l’impatto sul servizio sanitario. Ma è nel verbale del 21 febbraio che si prende atto di “un cambiamento rilevante nel quadro epidemiologico nazionale”. Solo allora gli esperti avanzarono la richiesta di “misure di contenimento e controllo aggiuntive”. Si attiva, come evidenziato da Repubblica, il livello 1 di risposta, cioè “restrizioni alla mobilità delle persone”. E per la prima volta si suggerisce “la chiusura delle scuole”, ma il Cts il 4 marzo mette a verbale che la chiusura dovrebbe essere proporzionale alla diffusione del coronavirus. “Vi è consenso tra gli addetti ai lavori che un’eventuale chiusura delle scuole è stimata essere efficace solo se di durata prolungata”.



“PIANO GOVERNO VA TENUTO SEGRETO”

Nel verbale del 24 febbraio, invece, si scriveva che gli asintomatici comportavano una “sovrastima del fenomeno” in Italia, “rendendo i dati non omogenei con gli altri diffusi dall’Oms”. Da qui l’indicazione sul tampone, “non giustificato” in assenza di sintomi. Dai verbali del Comitato tecnico scientifico (Cts) pubblicati dalla Protezione civile oggi si evince che il 13 marzo le mascherine erano considerate ancora non necessarie sui posti di lavoro. L’11 aprile invece si rende conto che serve un’azione più incisiva a tutela delle Rsa dove si stavano sviluppando focolai di coronavirus. Comunque l’Italia già da febbraio aveva un piano per affrontare l’epidemia da coronavirus, ma si decise di tenerlo riservato. Nel verbale del 2 marzo scorso si specifica “riguardo al Piano di organizzazione della risposta dell’Italia in caso di epidemia” la necessità di tenere “riservato” il contenuto.