“CTS VERRÀ SCIOLTO”

«Il Cts è una struttura d’emergenza, nata con e per la pandemia. Con la fine dell’emergenza è destinata a sciogliersi. Lo prevede la legge»: lo ha detto ieri al “Corriere della Sera” il componente del Comitato Tecnico Scientifico, prof. Fabio Ciciliano, parlando dell’imminente fine dello stato d’emergenza “predetto” dal Ministero della Salute.

Con la progressiva riduzione delle restrizioni anti-Covid – stop limitazioni a vaccinati nell’ultimo Decreto è solo il primo passo – la fine naturale dell’emergenza fissata per il 31 marzo 2022 potrebbe non essere più prorogata come già avvenuto continuamente negli ultimi due anni di pandemia Sars-CoV-2. «Verso le fasi finali di ogni emergenza si passa al cosiddetto hand over. Le prerogative dell’organismo costituito per la gestione dell’emergenza vengono ricondotte nell’alveo della gestione ordinaria, ad esempio ai ministeri competenti. A quel punto non ci sarà più bisogno di noi tecnici chiamati in condizioni straordinarie», ha spiegato ancora Ciciliano parlando della situazione attuale e della fine di quella particolare emergenza sanitaria tale da richiedere la presenza di un organo a parte come il Cts. Pur continuano a predicare prudenza, il professore ribadisce «L’indice di trasmissione del virus Rt e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti di medicina sono parametri in discesa veloce. Le proiezioni dicono che continuerà così. Il miglioramento è sostanziale. Nelle precedenti ondate la discesa non è mai stata tanto ripida»; i dati emersi oggi nell’ultimo monitoraggio Iss lo certificano, idem le parole usate dal Ministro Speranza, «Per la prima volta dopo molte settimane guardiamo però con maggiore fiducia a numeri che stanno finalmente migliorando».

COSA RESTA/COSA NO CON LA FINE DELLO STATO D’EMERGENZA

Con il prossimo 31 marzo, allo scadere dello stato di emergenza ormai dato per assodato all’interno della maggioranza, non si concluderà però solo l’esperienza del Cts: la gestione ordinaria dell’emergenza Covid (come del resto esiste già in quasi tutti gli Stati Europei, ndr) potrebbe portare allo stop per la figura del commissario straordinario all’emergenza (Arcuri prima, oggi il generale Figliuolo). Per il militare degli Alpini potrebbe figurarsi un ruolo comunque preminente nella “macchina” dello Stato nella gestione logistica della campagna di vaccinazione che comunque proseguirà, specie se Oms e Ema proporranno la quarta dose nei prossimi mesi. A concludersi poi anche la valenza dei Dpcm come atto d’emergenza politica: ciò che invece dovrebbe rimanere ancora a lungo, hanno già fatto intendere al Ministero della Salute, saranno Green Pass e mascherine anti-Covid (quantomeno con l’obbligo al chiuso). Fino all’estate se non addirittura oltre (l’Europa propone addirittura giugno 2023) il certificato anti-Covid resta il punto di massima discussione nelle prossime settimane di avvicinamento alla fine dello stato d’emergenza: se mantenerlo, come mantenerlo e come soprattutto motivarlo se non ci si trova più in regime di emergenza nazionale. Verrà mantenuto l’obbligo vaccinale per gli over-50 (scade a giugno 2022) così come gli obblighi relativi al Green Pass (dai negozi agli spostamenti). Novità importanti dovrebbero invece arrivare per chi impossibilitato a vaccinarsi per motivi di salute: il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole sulla bozza di Dpcm che introduce la digitalizzazione delle certificazioni di esenzione dalla vaccinazione anti-Covid. Come riporta “Orizzonte Scuola”, il documento da esporre anche con il proprio cellulare «riporterà gli stessi dati e avrà lo stesso aspetto del Qr code previsto per il Green Pass, tutelando la privacy di chi lo esibisce».