Stefano Cucchi potrebbe essere morto a causa della frattura di una vertebra. E’ questo l’esito della perizia effettuata dai tecnici del gip, convocati quest’oggi in Aula a Roma in merito al processo bis per il decesso del geometra che vede imputati cinque carabinieri. Come riferisce l’edizione online de Il Fatto Quotidiano, i periti hanno sentenziato: «Nessuno può avere certezze sulle cause della morte di Stefano Cucchi. Ma, se non ci fosse stata la frattura della vertebra probabilmente non ci sarebbe stato il decesso». Parole che sono state accolte con soddisfazione dalla sorella della vittima, Ilaria Cucchi, che al termine dell’udienza presso l’aula bunker del carcere capitolino di Rebibbia ha ammesso: «Ci sono voluti dieci anni, sono invecchiata in queste aule di tribunale e finalmente oggi per la prima volta sento un perito affermare che se Stefano non fosse stato vittima di quel pestaggio che gli ha causato quelle lesioni, non sarebbe mai finito in ospedale e quindi non sarebbe mai morto».



CUCCHI, I PERITI “SENZA FRATTURA FORSE NON SAREBBE MORTO”

Presente anche l’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, che ha commentato così la perizia: «ora nessuno potrà dire che Stefano Cucchi è morto per colpa propria». Secondo i periti, l’ipotesi principale del decesso è la morte improvvisa in un paziente affetto da epilessia, ma quella secondaria, è la frattura traumatica sacrale. La concausa di entrambe le ipotesi è la dilatazione abnorme della vescica che avrebbe successivamente provocato dei seri problemi cardiaci. Fra le altre concause, spiegano i periti del gip, anche la “inanizione (malnutrizione, ndr) con conseguente calo ponderale”. Il professor Vincenzo D’Angelo, uno dei periti, ha sottolineato come vi sia un vuoto fra il 21 ottobre 2009 e il giorno successivo, quando Cucchi morì: «Ma non sappiamo cosa accadde in quelle ore – spiega – nessuno può avere certezze. Se non ci fosse stata la lesione s4 il soggetto non sarebbe stato ospedalizzato. Se non avesse avuto la frattura, Cucchi non sarebbe stato ospedalizzato e probabilmente la morte non sarebbe occorsa o sarebbe sopraggiunta in un altro momento».

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