Ivano Michetti dei Cugini di Campagna: il calvario della malattia
Nel salotto di Verissimo – ieri, domenica 3 marzo – c’è stato spazio anche per una band che ha fatto la storia della musica italiana: I Cugini di Campagna. La band si è raccontata tra aneddoti personali e professionali e a commuovere è stata soprattutto la storia di Ivano Michetti che diverso tempo fa ha dovuto fare i conti con un ictus ischemico.
“Il momento più brutto è stato quando sono stato male, loro mi venivano a trovare e siccome c’era il covid mi salutavano attraverso il vetro. Sono stato ricoverato tre mesi tra coma e paresi, ogni volta che li vedevo non era una cosa bella per me che ero abituato a toccarli, averli vicino…”. Inizia così il toccante racconto di Ivano Michetti da Silvia Toffanin con gli altri componenti dei Cugini di Campagna. Il cantante ha poi raccontato: “Mia moglie mi ha salvato completamente, menomale che c’era lei; quando vai in ictus ischemico durante il sonno ti piace, dormi soavemente, è una cosa bellissima. Lì mia moglie ha invece recepito qualcosa e mi ha detto: ‘Ivano che cos’hai?’, io ho blaterato qualcosa e lei ha capito… Se fossi stato altri 10 minuti in quella situazione forse non sarei qui”.
Nick Luciani dei Cugini di Campagna a Verissimo: “Quando ho lasciato la band non è stato facile…”
A proposito della malattia di Ivano Michetti, anche suo fratello Silvano ha aggiunto un toccante aneddoto: “Io sono andato a trovarlo una volta, gli ho toccato la mano e lui me l’ha stretta; lì mi sono commosso perché è come se mi avesse detto di fare ciò che dovevo e di non preoccuparmi. Anche io ho dovuto superare diversi problemi in quel periodo, anche per i tanti impegni che avevamo; poi essendo suo gemello sentivo ancora di più la responsabilità”.
Nick Luciani dei Cugini di Campagna – sempre ieri a Verissimo – ha invece ricordato il momento in cui decise di separarsi dalla band per tentare di costruire una carriera da solista: “Camminare da solo? Non è stato facile, volevo fare un progetto personale ma poi ho capito che non era la strada giusta. Ero talmente ‘cugino di campagna’ che sono voluto tornare indietro… La gente mi identificava sempre con la band, non c’era verso”.