Al Meeting di Rimini si sono incontrati oggi tre personalità di spicco nel dibattito sul multiculturalismo e l’ecumenismo: John Milbank, professore di Religione, Politica ed Etica all’University of Nottingham; Javier Prades Lopez, docente di teologia dogmatica alla Facoltà teologica di Madrid; Ioasaf Polujanov, superiore della Fondazione del monastero San Daniil di Dolmatovo. Un anglicano, un cattolico ed un ortodosso allo stesso tavolo.



Prades ha precisato che il multiculturalismo è un fatto che si sta verificando ed al quale bisogna guardare. La sfida, secondo il professore – autore, tra l’altro, del volume Alle radici della diversità: oltre il multiculturalismo) – sta nel cogliere che Dio è una dimensione reale della vita ed accomuna gli uomini, non li divide. Viene poi chiesto a Prades Lopez di esprimere il suo punto di vista sul rapporto tra diritto e giustizia. Il teologo ha affermato che «la giustizia è un’esigenza elementare dell’uomo, al pari della verità, della bellezza, del bene e che come tale chiede di essere soddisfatta perché la vita possa essere umana».



La tensione alla giustizia perciò non si risolve mai una volta per tutte ed è irrinunciabile. «Senza questa tensione, il diritto sarebbe ridotto a una procedura vuota e formale, che serve solo ai potenti e fa pagare solo ai più deboli».
 

Milbank, con riferimento alla società e alla cultura anglosassone, ha invece evidenziato i molti problemi posti dall’islamismo, sottolineando la necessità che i musulmani accettino di rispettare i principi su cui si basa la società nella quale si inseriscono. Milbank poi risponde duramente ad una domanda sulle tentazioni totalitarie delle odierne democrazie: «La democrazia è già pronta per trasformarsi in totalitarismo». Basta vedere «la cancellazione di molti diritti; il controllo e la sorveglianza dei cittadini; il favorire di libertà negative e delle false libertà (soprattutto sessuali) e la manipolazione delle altre». Ad aggravare la situazione «un giornalismo bieco e di parte corrompe la democrazia, mentre il liberismo assume il volto di un nuovo fascismo». Occorre allora tornare a localismi radicati nel principio della sussidiarietà ed è necessario un «maggior rispetto per i diritti dei gruppi sociali, che devono avere pari dignità nel governo centrale» di contro ad un «liberismo che sta diventando una ideologia molto pericolosa sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti».



Mescerinov ha parlato del rapporto tra Chiesa, società e Stato calandolo nella situazione russa. Il compito della Chiesa è quello di educare il popolo. «Ma questo presuppone che la Chiesa abbia forza dentro di sé e che la società avverta di avere bisogno della Chiesa. Invece la società è più grande della Chiesa e la schiaccia, cercando di infiltrare in essa principi laici». «Condizione perché possa parlarsi di multiculturalismo – osserva il superiore – che sia presente una cultura; invece il comunismo ha smantellato la cultura russa e questo è di ostacolo affinché esso possa attuarsi». Rispetto alla situazione dell’ecumenismo in Russia, Polujanov ha notato che anche nella Chiesa i fedeli sono contrari all’ecumenismo, ma senza sapere di che si tratti. Tuttavia «esistono contatti interreligiosi e c’è da sperare che queste esperienze particolari trovino sempre più spazio e che possano spingere ad un processo più diffuso».