Il discorso tenuto da Benedetto XVI a Ratisbona, protagonista la ragione, spalanca le porte a più ampie e profonde riflessioni sull’essenza della nostra umanità. Non si tratta solo di cogliere aspetti culturali raffinati ed esclusivi né di dibattere cercando di prevalere con competenza più dialettica che di sostanza; nella ragione è racchiuso il quid che innalza l’uomo al di sopra di tutta la Creazione. Evocare la ragione come centro dell’esperienza umana vuol dire cogliere il filo che riconduce all’origine, all’inizio della nostra avventura di uomini e di quella delle generazioni che ci hanno preceduto. Tutto questo non era ignoto al mondo classico, ben conscio che la ragione fosse un privilegio divino concesso all’uomo per poter comunicare con gli dei. La ragione era dunque lo strumento “condiviso” fra uomini e dei che consentiva al poeta Arato, ricordato da S. Paolo, di affermare: «di Dio noi siamo la stirpe».



Molta parte dell’esperienza del mondo classico è confluita nel pensiero cristiano e la lingua greca ne è stata il primo “supporto” linguistico. Il termine logos, comprensivo di tutte le potenzialità della ragione, è la parola che ha avuto la storia più ricca e complessa di significati: il più alto di tutti è Gesù Cristo, il Verbo, punto d’inizio di una nuova umanità.



Dei molti significati di logos, delle modalità del suo impiego nel Nuovo Testamento e nei Padri della Chiesa, della complessa casistica e delle sfumature di significato assegnategli dalla tradizione si dibatterà approfonditamente nel Convegno internazionale che si svolgerà all’Università Cattolica di Milano dall’11 al 13 novembre dal titolo Dal logos dei Greci e dei Romani al logos di Dio. Ricordando Marta Sordi. Il Convegno, ideato e voluto da Marta Sordi, scomparsa pochi mesi or sono, ne vuole essere ora il memoriale che Le dedicano allievi, colleghi e amici.

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