Per molti Paesi, e ovviamente molti media, la ricerca sulle cellule staminali sembra privilegiare in particolar modo le staminali embrionali, considerate la chiave per la cura di parecchie malattie generiche che ora come ora non lasciano speranze. Tale atteggiamento rischia di screditare la ricerca, che molte prove testimoniano essere più efficace e semplice, sulle staminali adulte. Il professor Geoffrey Raisman è il direttore dello Spinal Repair Unit all’University College LondonInstitute of Neurology. Dirige un gruppo di ricerca il cui lavoro potrebbe un giorno condurre alla terapia del midollo spinale danneggiato, il tutto con l’aiuto delle staminali adulte. Ilsussidiario.net ha chiesto al professore di spiegare l’attuale situazione.



 

Professor Raisman, le cellule staminali e in particolare quelle di origine embrionale sono al centro dell’attenzione dei media. Qual è il vero stato della ricerca sulle cellule staminali dal punto di vista scientifico?

 

Le cellule staminali embrionali hanno la proprietà di dividersi all’infinito e di poter diventare un qualsiasi tessuto del corpo. Dal punto di vista del trapianto di cellule embrionali, questi non sono interamente dei vantaggi, perché una divisione non controllata porterebbe a un tessuto invasivo, non adeguatamente integrato con il corpo. Ciò che è necessario per la riparazione dei tessuti sono cellule già differenziate nel tipo di tessuto che si deve riparare. Le cellule staminali embrionali, come esito di una donazione, sarebbero estranee a chi le riceve e perciò sotto attacco immunitario.



 

Lei ha detto recentemente che le cellule staminali adulte sono molto più promettenti sotto il profilo terapeutico. Può approfondire questa affermazione?

 

Nei trapianti di cellule staminali adulte il confronto con il ricevente è effettuato in uno stato di maturità delle cellule, che sono già predisposte a costituire i tessuti richiesti e non sono incompatibili dal punto di vista immunologico.

 

Secondo quanto risulta da una discussione sull’argomento alla Camera dei Lord, Lei ha paragonato la spinta al finanziamento degli esperimenti con cellule embrionali alla faccenda dei mutui subprime. Cosa intendeva con questo?



 

Il pubblico considera le cellule staminali embrionali la via per ricuperare situazioni inguaribili. Per le ragioni esposte questa è un’aspettativa irrealistica entro un concepibile periodo di tempo. I finanziamenti pubblici sembrano rispondere solo a queste aspettative del pubblico e, ancor di più, a quelle dell’industria che vedono nelle cellule staminali embrionali un’inesauribile sorgente di ricchezza. Perciò, malgrado gli svantaggi e la lontananza nel tempo dell’uso delle cellule embrionali e, per converso, i vantaggi dell’utilizzo di cellule staminali adulte, la ricerca su quest’ultime non è ritenuta altrettanto meritevole di finanziamento.

In futuro, Lei vede qualche possibile cambiamento nelle politiche di finanziamento in Gran Bretagna?

Non ho la sfera di cristallo per poter indovinare le intenzioni di chi gestisce i fondi governativi. In questa area, io sono una vittima, non il persecutore. Ma forse costoro dovrebbero ricordarsi che il trapianto di cellule derivanti da staminali adulte è il trattamento di maggior successo esistente ed è stato attuato in tutto il mondo da più di mezzo secolo. Si chiama trasfusione di sangue. I trapianti di pelle adulta (innesti sullo stesso paziente) funzionano perché sono derivati da staminali adulte destinate a diventare pelle, si integrano bene nella zona ospite, la loro divisione è controllata in modo chiaro e non presentano alcun problema di rigetto.

 

Qual è la Sua opinione sulle cellule pluripotenti indotte? Il loro uso comporta tuttora rischi collaterali?

 

Queste cellule non sono adatte per i trapianti. Esse forniscono un eccellente sistema per lo studio nelle culture di tessuti dei processi delle malattie, specialmente quelle genetiche.

 

Allo University College London Lei ha condotto una importante ricerca sull’autotrapianto di cellule adulte olfattive per riparare lesioni al midollo spinale. Può dirci qualcosa su questa ricerca?

 

I modelli animali indicano che i trapianti di cellule ensheathing (inguainanti) olfattive possono ripristinare funzioni molto importanti (noi abbiamo studiato il controllo della mano e del respiro) nelle lesioni del midollo e della radice spinale nei topi. I risultati di queste ricerche sono così incoraggianti che, se lo potremo, non cesseremo di tentare di trovare le conoscenze necessarie per trasferire questi benefici ai pazienti che sono attualmente senza possibilità di cura. Stiamo facendo ricerche su come ottenere queste cellule da tessuti umani adulti e per capire se queste cellule, prese dalla mucosa del naso, possono essere rese così efficaci come quelle ottenute dall’interno del cranio.

Se riusciamo a risolvere questi problemi, pensiamo di effettuare i primi trapianti, basati sulle cellule dello stesso paziente, in casi in cui i nervi del braccio sono staccati dal midollo spinale. Un successo aprirebbe le porte allo sviluppo delle tecniche necessarie per il trattamento futuro delle lesioni del midollo spinale, degli ictus, della cecità e della sordità. Lo scopo della ricerca è la conoscenza; la conoscenza porta la speranza.

Un’ultima domanda. Nel dibattito sulle cellule staminali da embrione sono coinvolti anche aspetti etici, poiché l’inevitabile distruzione dell’embrione significa per molti la distruzione di una vita umana. Qual è la Sua opinione su questi temi?

Non vi è nessuna risposta logica a cosa è una vita umana. Nel normale concepimento, la maggioranza degli ovuli fertilizzati non sopravvive. La natura, spinta dall’evoluzione, utilizza la propria scure. Gli ovuli fertilizzati usati nella fecondazione in vitro sono buttati. In quale punto un ovulo vivo, capace di diventare un essere umano, acquista le proprietà di una vita umana non può essere stabilito scientificamente, né vi è un momento, in questo viaggio verso una persona, che può dare una risposta assoluta. Tutto sta nell’equilibrio, nel giudizio di moderazione.

La facilità con cui la razza umana parla del Quinto Comandamento è di gran lunga superata dalla nostra maggior capacità di non rispettarlo. Per qualche strano meccanismo mentale, ci riferiamo alla produzione di bombe, cannoni e strumenti di distruzione di massa usando il termine difesa, quando attorno a noi, tutto questo armamentario, venduto con enormi profitti, è dispiegato nel pieno della sua letale potenza, con una tecnologia sempre più potenziata nelle sue capacità distruttive. E ciò avviene in ogni società e tempo, con ogni religione e governo. E il numero di coloro che muoiono di malattie evitabili e di fame eccede di gran lunga il numero di quelli che uccidiamo. Una frazione del costo di una delle bombe intelligenti lanciate su Bagdad accelererebbe la scoperta di una cura per le lesioni alla spina dorsale.

Il fatto che non possiamo avere un mondo perfetto non significa che siamo liberi da ogni obbligazione morale di scegliere il mondo migliore che possiamo. E questa decisione non sta in regole o insegnamenti corretti, ma è compito di ogni uomo chiedersi in quale tipo di mondo vorrebbe vivere e quale parte lui stesso può giocare per realizzarlo.